Guidolin: «La colpa è mia ho sbagliato all’andata»

Il tecnico: dal punto di vista dell’impegno non rimprovero nulla ai ragazzi però vorrei ritrovare una squadra che lotta come una vera provinciale
Di Pietro Oleotto
Liberec 29 Agosto 2013. Preliminare Europa League. Ritorno secondo turno. Slovan Liberec-Udinese. . Foto Petrussi
Liberec 29 Agosto 2013. Preliminare Europa League. Ritorno secondo turno. Slovan Liberec-Udinese. . Foto Petrussi

INVIATO A LIBEREC. La delusione è difficile da inghiottire per la terza volta di fila, per il terzo anno di fila ai preliminari e stavolta senza la rete di sicurezza – come succede al circo con i trapezisti – di un'altra coppa da giocare. Eliminato dall'Europa League (a meno di clamorosi miracoli in sede di sorteggio, l'Uefa sostituirà i turchi del Fenerbahce), Guidolin dovrà accontentarsi di una stagione entro i confini nazionali: «Vorrei solo ritrovare una squadra che lotta come una vera provinciale. Ma la mia non è una considerazione alimentata dal poco impegno», racconta il tecnico bianconero dopo essere stato convinto a ritornare sui propri passi. Vittima dell'amarezza, il Guido voleva sottrarsi dal rito delle interviste, salvo poi piegarsi alle regole dell'Uefa.

Guidolin, è mancato un bel po’ di cuore per confezionare una clamorosa rimonta: ne è venuto fuori un inutile pareggio...

Stavolta non siamo mancati dal punto di vista della generosità. La verità è che la qualificazione ce la siamo giocata nella gara d'andata, una partita sciagurata, mai vista a detta anche di osservatori neutrali che si sono meravigliati del risultato finale. É chiaro che con queste premesse è passata la squadra più pronta, più rodata anche sotto il profilo fisico.

Insomma, non c'è un errore in particolare da imputare all'Udinese, incapace di produrre un forcing vero e proprio.

No, adesso posso ammetterlo: io ho fatto uno sbaglio nella gara d’andata, un grave errore. Dovevo accontentarmi dell'1-1, il risultato dell’intervallo. Dovevo capire che quella partita era stregata, una di quelle serate che capitano nel calcio, dove anche se tiri in porta trenta volte centri soltanto i pali. Dovevo rigiocarmela ripartendo da un pareggio. Così avrei costretto i cechi a fare quello che non vogliono mai fare: lo Slovan è abile nell’attendere l’avversario e ripartire in contropiede. Dovevamo farlo noi: avrei voluto vederli in questa situazione di gioco. Purtroppo non è andata così.

Stavolta non siete riusciti neppure a costruire molte azioni da gol, come al contrario era successo allo stadio Rocco di Trieste.

Indubbiamente stasera più del pareggio non meritavamo. Loro, come ho detto, preferiscono giocare tutti chiusi per poi agire in velocità con l’avversario sbilanciato. É mancato un po’ di carattere? No, sul piano dell’impegno non ho nulla da dire alla mia squadra.

Adesso bisogna guardare subito e soltanto al campionato: con che spirito lo fa Francesco Guidolin?

Credo di averlo detto dopo la sconfitta con la Lazio. A prescindere dal risultato di coppa, dalla mancata qualificazione, vorrei avere dalla mia squadra quello che mi ha sempre dato. La voglia di lottare da provinciale, quello spirito che ha saputo stupire l’Italia. Noi dobbiamo tornare a recitare quel copione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto