Guidolin: «La crono sul Lussari una novità molto interessante Il mio favorito? Dico Thomas»
L’ex tecnico dell’Udinese, grande esperto di ciclismo, parla dell’ennesima tappa friulana. «Milan è un bravo ragazzo: questo lo porterà a sfruttare meglio la sua grande potenza»

«Sono quello che ha scalato per primo lo Zoncolan, ma sul Lussari non sono mai salito. Proprio per questo sono curioso di vedere questa cronometro».
Francesco Guidolin è il solito ammalato di bicicletta. Se c’è bel tempo non c’è giorno che non esca per una pedalata. E se il sole coincide con l’orario della tappa, se la registra e se la guarda più tardi senza sapere l’ordine d’arrivo.
Guidolin, oggi il Giro si decide su una nuova montagna friulana. Impressioni?
«Non la conosco, ma mi hanno riferito che ci sono dei tratti molto ma molto duri».
Ieri la tappa delle Tre Cime di Lavaredo non ha spezzato gli equilibri.
«Direi che è stata una gara un po’ noiosa, forse troppo dura e soprattutto con lo spauracchio della cronometro di oggi con un Giro che rischia di giocarsi sul filo dei secondi. Poco spettacolo, ma panorami meravigliosi che mi hanno tenuto incollato davanti alla tv».
Il Giro si decide oggi sul Lussari, la tappa voluta a tutti a costi da Enzo Cainero. È una ferita ancora aperta pensare che lui non potrà godersela.
«La sua determinazione e la sua intelligenza lo hanno sempre portato a cercare qualcosa di particolare. Una cronometro alla penultima o ultima tappa non lo è, una crono scalata sì. Credo proprio che verrà fuori un finale interessante».
Il suo favorito a questo punto?
«Almeyda secondo me è fuori dai giochi, non credo sia in grado di recuperare un minuto ai suoi due rivali. Il mio favorito è Thomas».
È stato un Giro con pochi attacchi, anche nelle tappe che potevano favorire le imboscate. Come mai?
«Credo che siano stati due i fattori condizionanti: innanzitutto il maltempo che ha accompagnato il Giro per molti giorni e poi le ultime tre tappe con queste pendenze durissime. E poi aggiungerei anche il tatticismo che in questo sport sta prendendo sempre più spazio».
In Friuli si godono il gioiello Jonathan Milan: ha vinto una tappa e per tre volte è arrivato secondo. Il bujese deve essere più soddisfatto o rammaricato?
«Innanzitutto mi sembra che sia un bravissimo ragazzo: questa premessa credo gli permetterà di crescere e migliorare correggendo alcuni difetti. Ha una potenza straordinaria, deve imparare a usarla. In almeno due volate è partito troppo tardi. Però vincerà la maglia ciclamino, mica poco».
De Marchi per due volte ha sfiorato la vittoria di tappa.
«L’ho visto abbacchiato al traguardo e mi sono sentito di scrivergli un messaggio. Ha il coraggio di provarci sempre e questo è un esempio bellissimo per i giovani».
A proposito di giovani: dopo Nibali non ne abbiamo ancora uno che possa lottare per la classifica.
«Però mi sembra che stiano crescendo dei ragazzi interessanti. Per esempio il vicentino Zana, uno delle mie parti, che ha vinto la tappa di giovedì. Sono giovani, bisogna dargli tempo per crescere».
Dieci anni fa sulle Tre Cime di Lavaredo vinse Nibali sotto la neve e lei era a seguire quella tappa.
«Nei ritagli di tempo mi piaceva fare il commentatore. Come quando allenavo l’Udinese mi piaceva andare a scalare le montagne friulane. Mi sono divertito da matti a pedalare in posti poco conosciuti ma meravigliosi».
Ci consenta una sola divagazione ciclistica. Il suo collega Alberto Zaccheroni sta meglio.
«Ho vissuto come tutti giorni di grande apprensione per le condizioni di Alberto. Ho evitato di disturbare per avere notizie sul suo conto, ma ora che ha superato i problemi spero di poterlo abbracciare al più presto».
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