Guidolin prova il collaudato 3-5-1-1 con Totò e Muriel
UDINE. Recupera Maurizio Domizzi l’Udinese “formato Europa” che si appresta a ospitare lo Slovan Liberec al Rocco di Trieste, e la buona notizia legata alla ritrovata disponibilità del centrale difensivo (ieri di nuovo in campo dopo la botta alla caviglia rimediata lunedì) ha l’immediato potere di consegnare ai tifosi un’Udinese al completo in vista dell’andata del play-off da cui dipende l’accesso alla fase a gironi dell’Europa League.
Già, perché se si esclude la perdurante e annunciata assenza di Brkic tra i pali, quella che si presenterà domani sera al Rocco sarà la migliore Udinese possibile al momento, quella che Guidolin, e il suo staff, hanno cercato di portare “in palla” a questo appuntamento così importante e delicato.
Didattica. E se qualcuno pensa il contrario si sbaglia, perché da giorni questa partita è stata preparata con scrupolo. L’ultima riprova si è avuta ieri, quando i molti tifosi accorsi al campo di allenamento si sono riuniti in un religioso silenzio per seguire “live” una seduta di pura strategia tattica, con Guidolin allontanatosi dal futuribile ruolo di riflessivo direttore tecnico per calarsi nei più consoni abiti di allenatore-oratore, pronto a spiegare e rispiegare.
Pettorina gialla addosso e foglietto in mano, il Guido ha passato in rassegna tutti i possibili pericoli dell’avversaria di turno. Perché l’importante è non finire nel tunnel ceco, e il gioco di parole non è casuale perché lo Slovan sulle fasce corre che è un piacere. E allora ecco Guidolin dettare le chiusure, chiamare l’esterno alla corsa in accompagnamento con l’avversario, il centrale difensivo all’uscita tempestiva.
Il tutto, per impedire, o perlomeno non agevolare, il cross al centro dove Rabusic potrebbe raccogliere i palloni di Frydek (da destra) e di Delarge da sinistra. «Questa giocata non dobbiamo fargliela fare», dice Guidolin, e poi ancora: «Guardate la Juve come si difende, come chiude la linea a doppia mandata e poi riparte». Parole che rendono l’idea della tempra richiesta dal tecnico ai suoi per questa partita.
Le mosse. Quanto agli interpreti, le scelte sembrano chiare e lo sanno anche i 22 convocati chiamati al compito. Il modulo di partenza dovrebbe essere il 3-5-1-1 con la possibile variante del 3-4-2-1 trasformabile in 4-3-2-1 a seconda dell’esigenza della partita.
Ma più dei numeri conteranno i protagonisti. In difesa, davanti a Kelava, bisogna attendersi dunque Heurtaux, Danilo e Domizzi, ieri presente e recuperato, al punto che Bubnjic, il “vice” ideale nel ruolo, non ha mai provato alle spalle del romano nello schieramento a coppie nelle prove tattiche.
In mediana, Basta a destra e Gabriel Silva a sinistra fungeranno da esterni, con Pereyra e Lazzari (favorito su Pinzi) mezzali ai fianchi di Allan, confermatissimo centrale in mediana.
In attacco poi è tutto pronto per la coppia Muriel-Di Natale; che partano uno dietro l’altro o uno a fianco all’altro non è un problema, l’importante è che giochino l’uno per l’altro e proprio su questo hanno mirato le giocate provate ieri. Se poi sarà una replica dello show visto con i bosniaci di Siroki, meglio per tutti.
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