Guidolin: “Una sofferenza nel vedere l’Udinese nelle zone basse della classifica”
I consigli dello storico tecnico bianconero per uscire dalle paludi della bassa classifica: “È necessario restare vicino a calciatori, staff e club per conquistare la salvezza”

Francesco Guidolin è a Londra, fa il nonno, ma anche se da lontano segue le disavventure dell’Udinese. E soffre come il più comune tifoso perché l’ultimo allenatore ad aver portato la Zebretta nelle posizioni di vertice della serie A è rimasto affezionato ai colori bianconeri, alla città, al Friuli e alla sua gente. Ma Guidolin non è un semplice tifoso, non ragiona di pancia, usa la testa e proprio per questo a differenza di molti, sostiene che in questo momento l’unica cosa da fare è «stare vicino a squadra, staff e club per conquistare prima possibile la salvezza».
Guidolin, come vive da lontano questo difficile momento dell’Udinese?
«Mi dispiace molto, questa dopo tanti anni è forse la prima volta che la squadra è invischiata a pieno titolo nella lotta per non retrocedere. Speriamo che ne esca al più presto».
Un consiglio?
«Bisogna che tutte le componenti facciano quadrato. Ai tifosi dico che comprendo la loro amarezza, ma in questo momento bisogna stare vicino alla squadra, al tecnico e alla società. Quando le stagioni nascono male se ne esce solo con la compattezza».
L’Udinese, ormai è conclamato, gioca con paura.
«Questo è un problema che ha origine da tutti quei punti buttati via negli ultimi minuti. Sono state otto le partite in cui l’Udinese si è fatta rimontare? Sarebbero bastate tre vittorie, sei punti in più e la salvezza sarebbe già a portata di mano».
Così, però, non è. Cosa bisogna fare in queste situazioni?
«Entrare nella testa dei calciatori, anche se mi rendo conto che non è facile. La tensione è una brutta bestia per chi deve giocare a calcio, il pallone pesa, le gambe girano più piano».
Si sperava che la vittoria sulla Juve avesse spezzato questo incantesimo e invece...
«Io cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno e dico: se una squadra riesce a vincere in trasferta sul campo del Milan e della Juventus vuol dire che ha dei valori».
Però quelli tecnici non sono quelli dell’Udinese che veniva affidata a lei.
«Fare questi discorsi non serve. Abbiamo vissuto delle stagioni entusiasmanti, adesso è un momento difficile e se ne esce tutti assieme».
Pasqual sostiene che l’Udinese ha troppi giocatori inesperti nei ruoli chiave.
«A Udine è sempre stato così. Anche nella mia prima stagione, la ’98-’99, ricordo che andai a fare una amichevole a metà settimana con soli giocatori stranieri».
Nel valutare l’Udinese ci si dimentica sempre che c’è un illustre assente come Deulofeu.
«Vero. Tra l’altro nell’ultimo anno e mezzo prima dell’infortunio era stato un protagonista assoluto del nostro campionato. Sì, la sua è una mancanza pesante».
Nelle ultime gare è venuto meno anche Pereyra.
«Nell’Udinese attuale il “Tucu” è importantissimo. Spero che possa tornare ed essere al meglio della condizione per la volata finale».
A proposito di infortuni, quanto potrà pesare il ko di Berardi per il Sassuolo?
«Parecchio. Tra l’altro gli emiliani, come l’Udinese, non sono abituati a lottare per la sopravvivenza e questo è un fattore da tenere in considerazione».
Una squadra che sta sorprendendo per il carattere che dimostra è il Verona.
«Baroni sta facendo un grandissimo lavoro. Non ricordo una gara in cui l’Hellas non sia rimasta in partita fino all’ultimo secondo. È successo anche con Inter, Milan, Juventus, Roma e Napoli».
Guidolin, arrivano anche in Inghilterra gli echi delle polemiche arbitrali italiane?
«A dire la verità sul Var anche qui c’è qualche discussione. Però vi prego, non tiratemi in ballo su questo argomento. Non l’ho fatto nemmeno quando allenavo».
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