I campioni e San Siro: torneremo da grandi

L’emozione dei Giovanissimi per una giornata storica

MILANO. Al di là dello scudetto conquistato per la terza volta in 4 anni, i ragazzi che hanno composto la Rappresentativa Giovanissimi avranno un altro motivo per conservare nello scrigno dei loro ricordi la finale di sabato contro i cugini veneti.

Non capita, infatti, tutti i giorni che a 15 anni ti ritrovi a calpestare l’erbetta dello stadio “Meazza” a San Siro, la “Scala del calcio” dove giocano Inter e Milan che ha ospitato l’atto conclusivo del Torneo delle Regioni. E chissà se a qualcuno di loro si ripresenterà una opportunità del genere.

«Io ci spero – sorride il difensore dell’Ancona Alessandro Peressutti – visto che ho già effettuato un paio di provini con l’Inter. Chissà mai che mi chiamino davvero». Lo spera in cuor suo anche papà Marco, noto mister e nerazzurro sfegatato come il figlio, che auspica che quella di sabato scorso mattina sia stata solo la prima di una lunga serie di apparizioni a San Siro del suo “erede”.

Il terreno di gioco ha però sconfortato per il suo stato il difensore Eros Lenisa. «Il manto erboso – racconta il giocastore della Sacilese – era davvero irregolare e vi assicuro che il campo di Budoia, dove giochiamo noi, al confronto è un vero tappeto. In nostro custode può esserne orgoglioso».

I “campioni d’Italia” hanno utilizzato lo spogliatoio di solito destinato alle squadre che giocano contro Inter e Milan. Tanto per capirsi in quello stanzone si sono cambiati anche Cristiano Ronaldo e Messi, beniamini anche dei nostri ragazzi. «Anche se sono interista – sbuffa, però, il bomber della Rappresentativa e del San Luigi, Andrea Carlevaris – avrei preferito cambiarmi nello spogliatoio del Milan che abbiamo visitato prima della partita, perchè è quello che mi ha dato l’impressione di essere più vissuto».

Il non aver potuto mettere piede nello spogliatoio della sua Inter ha mal disposto quel bontempone dell’attaccante dell’Ufm Matteo Gozzerini. «É per questo – ironizza – che ho sbagliato il rigore, anche se per la verità è stato mister Albanese a suggerirmi di tirare alto, perchè così saremmo stati i primi a fallire e poi avremmo vinto come da tradizione. Voglio spezzare una lancia anche a favore del mio compagno di reparto Matteo Gubellini, che non mi ha passtao la palla all’ultimo secondo quando ero solo davanti al portiere. É stato davvero altruista, perchè poteva anche tirare prima».

Il fatto di aver giocato davanti a un migliaio scarso di spettatori concentrati nella tribuna rossa, con quindi spalti vuoti tutto intorno, non ha creato ai ragazzi alcun tipo di problema. «Mi hanno detto – spiega l’attaccante Riccardo Comisso del Donatello Udine – che sugli spalti c’era “caciara”, ma sul campo si sentiva solo il rimbalzo della palla. Nessun problema però a giocare in uno stadio così vuoto, perchè la cosa più importante è esserci arrivati».

Non è entrato in campo il “cucciolo” della compagnia, l’attaccante del San Luigi Luca De Panfilis che compirà 14 anni il prossimo 18 agosto, ma l’ha presa con filosofia. «Vorrà dire – spiega – che così sarà ancora più intensa la prima volta quando ci verrò a giocare con la maglia della Juventus».

Lui, infatti, è già stato “prenotato” dal club bianconero e il futuro gli appartiene.

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