I conti in tasca all'Udinese: profilo da Europa League, squadra che rischia la B

UDINE. Perdita di esercizio nel bilancio 2017/2018: 15 milioni. Suona l’allarme rosso sotto l’arco dei Rizzi? No, i tifosi possono stare tranquilli. Nei conti dell’Udinese calcio tutte le voci sono a posto. Insomma, l’unica cosa che non funziona ancora è la squadra di calcio che non rispecchia in alcun modo la solidità finanziaria della società. L’Udinese è impegnata in una difficile rincorsa alle nozze d’argento con la massima serie (25 anni in serie A, un clamoroso record per una provinciale) ed è proprio il flop sul campo l’unico pericolo alla cassaforte dei Pozzo.
I tifosi irrequieti per i risultati che non arrivano, se può far loro piacere, possono stare tranquilli mentre fanno i debiti scongiuri: il bilancio 2017/2018, ma soprattutto quello di previsione 2018/2019 dicono che, anche in caso di giro agli inferi, la società sarà sufficientemente solida per attutire il colpo, ma è suonato, e forte un campanello d’allarme nell’esercizio contabile scorso, quello del crollo delle plusvalenze.
Plusvalenze in calo
Otto milioni di euro è il gruzzoletto messo a bilancio dai Pozzo nell’ultimo esercizio contabile. Una mancetta rispetto ai centinaia di milioni di euro incassati in vent’anni, ma anche, udite, udite, alla media delle plusvalenze fatte registrare negli ultimi cinque anni, non certo floridi sul fronte dei risultati sportivi: 26,8 milioni di euro, comunque roba da capogiro.
È il brusco calo delle plusvalenze la causa principale del rosso in bilancio. L’altra è il motivo per cui quel disavanzo non preoccupa minimamente il management dell’Udinese. «La scelta ha continuato a essere quella di procedere agli ammortamenti decrescenti per stadio e giocatori - spiega il presidente dell’Udinese calcio, Franco Soldati - ecco perché il bilancio nei primi anni dopo il rifacimento dello stadio risulta più appesantito. Il nostro business plan per il Friuli prevede il pagamento dell’impianto al 95% nei primi 7 anni dal completamento». Insomma, stadio “pagato” in 7 anni su 99 di concessione.
I calciatori? «L’ammortamento decrescente - continua Soldati - consente di “capitalizzare” l’investimento sui calciatori». Restando nei parametri e nei “consigli” dell’Uefa che, in sostanza, indica nei due anni per gli over 28 e nei tre tra gli under 28 il periodo di durata sicura di un contratto.
Quindi, conti in rosso, ma società solida, anche perché, almeno per questa volta, prima che i risultati della squadra non riprendano a decollare e le quotazioni dei giovani talenti, o presunti tali, in organico non facciano altrettanto, sono sempre le care-vecchie plusvalenze a far intravedere il sereno già nel prossimo bilancio.
Il tesoretto 2019
«Già garantite - spiega Soldati - sono nel bilancio 2018/2019 plusvalenze per almeno 39 milioni di euro grazie alla vendita di due pezzi da novanta dell’Udinese, concretizzatasi dopo il 30 giugno 2018, vale a dire la chiusura del documento contabile in oggetto, quali Jankto, 15 milioni, e Meret, 25, ma anche Evangelista e Karnezis».
Affari, peraltro, che confermano la filosofia del club: far crescere i giovani e venderli al momento giusto. L’esempio di Meret calza a pennello: «Avremmo potuto cederlo alla fine del trionfale campionato vinto in B con la Spal - spiega - e invece abbiamo atteso il suo esordio in A aumentando il suo valore di dieci milioni». Esiste già un bilancio di previsione 2018/2019 con un prudenziale attivo di 5 milioni di euro.
Il pericolo
Qui i tifosi continuino a fare gli scongiuri perché si entra in un tema delicato: il pericolo di retrocessione in serie B, guardando la classifica più mai così concreto.
Sotto l’arco dei Rizzi i 120 dipendenti, tali sono quelli a libro paga, con 73 tesserati di cui 32 atleti e 41 allenatori, hanno la certezza che il cambio di categoria non farà sfracelli nei conti della società, grazie alle plusvalenze garantite, più che al paracadute garantito da 25 milioni in arrivo dalla Lega. Parimenti al corposo assegno, tuttavia, svanirebbero quelli che rappresentano, grosso modo, un terzo delle entrate della società bianconera: i diritti tv.
Un assegno da 38 milioni di euro vitale per il sostentamento del club. Il monte stipendi bianconero, infatti, è di 23,7 milioni, contro i 30 dell’esercizio precedente. Gli incassi da stadio ormai vicini ai 10 milioni di euro. Sintesi finale: l’Udinese ha ancora i conti di una squadra che flirta con l’Europa League, ma sul campo i giocatori devono svegliarsi sennò il castello rischia di saltare per aria.
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