I muscoli d’oro di Luca costruiscono l’impresa: a 41 anni diventa Mister Universo 2019

L’imprenditore Savorani sorprende tutti: 4 titoli in 15 giorni. E ora il professionismo: «Dopati? Qui si vince con la testa»

Quattro titoli in due settimane, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla vittoria al concorso di Mister Universo 2019 nella categoria “Pesi medi e Over 40”.

Un grande slam destinato a restare negli annali del bodybuilding quello messo in bacheca dal friulano Luca Savorani, capace in soli 15 giorni di catapultarsi ai vertici internazionali della disciplina. «Un sogno che si realizza», le prime parole di Luca, 41 anni, imprenditore nel ramo delle pulizie industriali, che nella sua Udine è anche istruttore alla palestra Nautilus Fit di via Biella, personal trainer e padre (con la sua fidanzata, «un riferimento fondamentale nella preparazione alle gare») di Melissa, 6 anni.

La prima tappa dell’impresa di Savorani è stata il campionato sloveno, lo scorso 15 giugno, a Maribor, «gareggiando nella International bodybuilding and fitness federation». Il giorno dopo, a Cesena, il bis, con la vittoria nel campionato italiano di Cesena, «con un’altra federazione, la Wabba World». Tanta roba, ma due settimane più tardi Luca ha completato quello che sembrava impossibile: «Il 29 giugno, a Taranto, mi sono laureato campione europeo, sempre nei Medi over 40, il giorno dopo, ancora in Puglia, è arrivato anche il titolo di Mister Universo. Fatico a crederci anche io», confessa quando è appena uscito dall’udienza in municipio con il sindaco Fontanini e l’assessore allo sport Pizzocaro, che ieri gli hanno consegnato una benemerenza per meriti sportivi e «per aver reso onore alla città di Udine».

Le vittorie in Slovenia e agli Assoluti d’Italia, inoltre, hanno regalato il professionismo a Luca. «Era il mio vero obiettivo, sono entusiasta».

Successi che ora aprono la strada al nuovo obiettivo di Savorani, un metro e 78 per 88 chilogrammi (in gara): «I mondiali 2020, con la nazionale. Forse in una categoria superiore, nei Massimi: devo prendere solo due chili. Altri sacrifici, ma non mi spaventano più».

Già, perché l’ascesa di Luca Savorani non è stata priva di ostacoli. «Ho iniziato con il bodybuilding nel 1999, ma mi sono infortunato prima degli italiani: uno strappo a un muscolo della schiena. I medici mi dissero che avrei dovuto smettere. Sono stato fermo fino al 2014, quando ho deciso di riprovarci: non ho mollato, non mi sono arreso. È questa la regola dello sport, che è anche una regola della vita».

Uno sport di grandi sacrifici, ma dove i detrattori non mancano, tra accuse di doping e l’eterna etichetta di “pompati”. «In tutti gli sport c’è chi bara, purtroppo, ma come me sono in tanti a rifiutare le scorciatoie. Il bodybuilding è una disciplina dura, si lavora 12 mesi all’anno: il fisico va costruito prima con l’alimentazione, poi con l’impegno e il lavoro. Serve la testa, prima dei muscoli».

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