Il Friuli è di ghiaccio: un silenzio di 95 minuti poi il coro della Nord: «Il progetto dov’è?»

Silenzio doveva essere al Friuli e silenzio è stato. Per 95 lunghissimi e pesanti minuti, fino al fischio finale dell’arbitro che ha dato il “la” al coro che i ragazzi della Nord avevano pronto in gola. «Il progetto dov’è»?, hanno chiesto gli ultras cantando a gran voce rivolti verso la tribuna dove prende posto la dirigenza bianconera. Non c’era, però, come spesso succede, l’obiettivo dell’altro coro della Nord, quel Gino Pozzo cui è stato rivolto il solito «vaffa». È inesorabilmente lui quello ritenuto unico responsabile di una situazione che i tifosi bianconeri non riescono più a digerire.
E poco importa se alla fine Davide Nicola ha portato la sua squadra verso la Curva per applaudire i tifosi non troppo contenti dell’iniziativa dei bianconeri. Quei tifosi che per tutta risposta se ne sono andati dagli spalti cantando orgogliosamente «L’Udinese siamo noi».
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Un’Udinese che è stata applaudita durante il match quando bene ha fatto, anche perché vorrei vedere qualsiasi tifoso riuscire a non esultare su un gol dei propri beniamini. E così, infatti, ha fatto anche lo stadio Friuli, che alla rete di Larsen è saltato in piedi felice. Uno stadio, però, che ha eseguito alla lettera le indicazioni date dalla Curva Nord e dall’Associazione Udinese Club, che chiedevano in poche parole a tutto il pubblico di non cantare in segno di protesta.
Niente voci, quindi, ma non c’erano nemmeno le bandiere, gli striscioni, i vessilli di club e gruppi. Non è stato alzato nemmeno il bandierone dell’Auc che solitamente prende possesso dei distinti prima del fischio d’inizio. L’unico striscione che è stato esposto è quello che ha ricordato uno degli uomini simbolo della ricostruzione post terremoto, Giuseppe Zamberletti, morto pochi giorni fa. «Zamberletti per sempre nel cuore dei friulani», recitava la scritta apparsa nei distinti, un gesto seguito dagli applausi dello stadio. E dopo basta. Silenzio. Nonostante gli spalti fossero ben gremiti di gente. Un protesta per testimoniare l’insofferenza e la sofferenza dei tifosi nei confronti di una gestione societaria che non comprendono. Così, la partita si è giocata in un clima surreale, con i soli sostenitori della Fiorentina impegnati a cantare e a sostenere i propri colori.
Ad animare la Curva ci ha pensato, però, l’ex Luis Muriel: è stato lui a beccarsi una bordata di fischi al 23’ del primo tempo, quando ha tentato un colpo di testa sotto i suoi ex ultras. Un sussulto, uno dei pochi, se si aggiungono i fischi caduti su Orsato, reo di aver ammonito Pussetto. Ora, quali saranno le prossime mosse, di tifosi e società?
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