Il Tricesimo rifila subito tre schiaffi al San Daniele FOTO
UDINE. Comincia con il piede giusto il cammino in Coppa Italia del Tricesimo, che fa suo con pieno merito il confronto con i campioni uscenti del San Daniele giocato sullo splendido green cittadino di via Valente.
I due complessi, condizionati entrambi da piú di qualche assenza di rilievo, si sono schierati in campo con un assetto tattico speculare, ma a far pendere il piatto della bilancia a favore dei padroni di casa è stata la diversa qualità degli interpreti.
La collaudata difesa del Tricesimo nulla ha concesso allo spauracchio Nardi togliendogli tutti gli spazi in cui esprimersi, mentre l'accoppiata Candotti-Bertossio riusciva a far ripartire l'azione offensiva in modo molto più efficace rispetto agli omologhi sandanielesi Andrea Osso Armellino e Toppazzini.
Per tacere della devastante prestazione di Favero, efficacissima spalla della punta avanzata Fierro a differenza della vacuità con cui Alessandro Osso Armellino, Romanelli e Chersicola assistevano il pur combattivo Nardi.
La gara si è subito messa in discesa per il Tricesimo, che già all' 11' ha spezzato a proprio favore l'equilibrio, quando sulla maligna punizione laterale di Andrea De Agostini il giovane portiere Lavaroni respingeva a pugni uniti addosso al compagno Montenegro causando il più classico degli autogol.
A quel punto mister Bortolussi provava a ruotare a più riprese la posizione dei centrocampisti avanzati senza però trovare il bandolo della matassa e la superiorità azzurra veniva ulteriormente premiata poco prima dell'intervallo.
Era stavolta Favero a bucare l'incerto Lavaroni trasformando la punizione causata da un irruento intervento di Ottocento sullo sgusciante Abban. Poco prima c'era stata l'unica conclusione dei "diavoli rossi" verso la porta difesa da Cece De Agostini, e il fatto che a indirizzarla sia stato il difensore Muffato la dice lunga sull'impotenza offensiva della truppa guidata da Roberto Bortolussi.
Nemmeno l'inserimento dell'esperto De Reggi sortiva l'effetto sperato ed era invece il Tricesimo a chiudere la pratica concretizzando con Fierro un velocissimo triangolo largo con il solito Favero.
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