Italian Baja, Toffoli sugli scudi: «Ma è stata dura»

pordenone. Partiti in 55, arrivati in 26, cioè meno della metà. Basta questo dato per significare che l’Italian Baja 2019 è stata corsa durissima e selettiva, spettacolare ma crudele con tanti equipaggi. «Mi spiace – sottolinea l’organizzatore Mauro Tavella – per i tanti che non sono riusciti a raggiungere il traguardo. Ciò dimostra però che la nostra gara è tosta, difficile da conquistare, e merita di far parte della Coppa del mondo Fia Bajas». Dopo settimane d’intenso lavoro è già ora di guardare avanti: «Qualche giorno di scarico e poi si ricomincia con un nuovo obiettivo, tornare come ai vecchi tempi, in una data di marzo. Lo desidera tutto il gruppo del Fuoristrada club 4x4 Pordenone, ci sarebbero meno difficoltà d’impatto sul territorio, niente caldo opprimente, situazioni logistiche più agevoli».
Così il team principal della corsa iridata sui greti, che ha trovato nell’argentino Orlando Terranova un degno vincitore con la Mini John Cooper Works di X-Raid. La selezione micidiale non ha risparmiato gli eroi di casa, ma esaltato Mauro Toffoli, primo dell’Italiano al fianco di Lorenzo Codecà sul Suzuki Grand Vitara ufficiale. «Per noi è andato tutto benissimo – la chiosa del copilota – con il quinto posto nell’assoluta Fia che ha il sapore dell’impresa». Il suo ex pilota, invece, ora navigato dallo spilimberghese Angelo Mirolo, ha vissuto un weekend bestiale, perseguitato dai problemi meccanici del Toyota Toyodell fino al ritiro. «Siamo stati molto sfortunati – sussurra Andrea Tomasini – visto che nemmeno in un settore selettivo abbiamo potuto esprimerci al meglio. Peccato, perché quando funziona la macchina è davvero una belva, prova ne sia un filotto di sei sorpassi realizzato appena sembrava girare senza intoppi».
Parlando di guadi e trabocchetti, è stato un Baja iellato per Roberto Marzocco assieme a Nicolò Algarotti (Quaddy Yamaha), subito ko a “Murlis” nel prologo. Questa l’opinione di Sandra Castellani, che ha dato il ritmo al siciliano Gambazza Chinti (Grand Vitara gruppo T2): «Edizione delle più tecniche e impegnative che io ricordi, sia per tipo di percorso, sia per i guadi, sia per il caldo terribile. Grande logorio di mezzi ed equipaggi, ma tracciato fantastico». Infine soddisfatto Federico Crozzol odel suo esordio con la Grand Vitara a passo lungo: «Corsa davvero ostica sotto l’aspetto tecnico e fisico, che abbiamo gestito in maniera eccellente con il supporto della squadra ufficiale Suzuki. Salire sul palco del mondiale in Fiera a Pordenone, ha ripagato tutti gli sforzi compiuti». —
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