La Gesteco a un passo dalla storia, è finale di Coppa Italia! Rimini travolta 94-66

Non c’è partita a Bologna, i ducali trascinati da Lamb dominano. Domenica l’ultimo atto con Cantù 

Dall'Inviato Antonio Simeoli

Finale di Coppa Italia, meritatissima. Sì, la Gesteco Cividale, che fino a meno di 5 anni fa non esisteva, è in finale di Coppa Italia e domenica sera a Bologna in diretta tv Rai la contenderà a Cantù, squadra che di coppe (dei Campioni e Intercontinentali) ne ha a bizzeffe in bacheca. Il tutto al Madison di Piazzale Azzarita, il tempio del basket italiano. con l’ultimo quarto “spazzatura” e la gente che sfollava perché la partita era decisa.
Già di per se questo è un miracolo sportivo. Ma la sensazione è che la banda del Pilla e i suoi splendidi tifosi, stasera ce n’erano quasi 500, domani chissà, non sia qui per accontentarsi della vetrina. La Coppa se la vuole mettere in bacheca. Affronterà una squadra forte, forse più forte (a nomi, ma non solo con quelli si fanno le squadre) come Cantù ,ma fiaccate dall’orgoglio e dal talento dell’Apu Udine nell’altra semifinale
Dalle 20.30 più o meno c’è una colonna sonora al PalaDozza.

 


Cori, entusiasmo e colori: lo spettacolo dei tifosi della Gesteco a Bologna

Non la solita Fossa dei Leoni, casa della Fortitudo, ma al posto dei tifosi della Effe, per gentile loro concessione, i 400 tifosi gialloblu della Gesteco, che hanno spinto i loro beniamini col solito tifo corretto. E se hai supporters così non diciamo che il più è fatto, ma se sei una gran bella squadra, quasi. Così la Pillastrini band - ah vicino alla panchina a tifare per la sua creatura c’era anche la mamma - all’inizio è semplicemente dilagante.
Difesa da urlo e uno che con più di cento partite in Nba nel curriculum in partite del genere ci sguazza: Doron Lamb. L‘ala di New York si prende per mano i suoi con classe pura. Così Rimini, finalmente al competo dopo settimane di infermeria strapiena, ma provata da una serie di ko in campionato che le hanno fatto perdere il pallino del gioco nella lotta promozione, vede subito le streghe. Mica facile vincere il duello del tifo con i romagnoli, meno di un’ora di macchina dalla città all’ombra di San Luca, eppure i friulani lo vincono a mani basse.

Del resto, se sei un gioiellino di 11 mila abitanti questa è la partita che ti può aprire le porte alla storia. Risultato: 26-19, con però inevitabili segnali di vita di Rimini con un altro ex Nba come Gerard Robinson e Anumba fratello del ducale Micheal. Sì, la banda di Dell’Agnello papà, coach dei romagnoli, torna in scia, anche se i baby Marangon e Ferrari, non sentono l’emozione. Vero, Berti da sotto tiene duro con Camara, ma alla lunga i centimetri del totem scuola Virtus, ago della bilancia della A2, pesano nella contesa.
Dopo una Udine-Cantù sul filo del rasoio, altro match thrilling in vista segno che il format della Coppa è super, anche se il calendario, sparigliato da quelle assurde finestre per le nazionali, non aiuta? Intervallo: 46-44. Il resto si annuncia meraviglioso con Redivo, 6 punti a metà gara, troppo silente per restarci a lungo come Marini (un canestrino) dall’altra parte.
Cividale deve continuare a reggere a rimbalzo, gli occhi della tigre quelli ci sono. Miani, con la sua triple che riapre le danze, pure. Rimini pareggia sul 49-49? Tripla di Lamb. Che sembra dire: io in Friuli torno con la Coppa. C’è un però. Non poca cosa. Se Rimini ha dominato il campionato fino a due mesi fa più di un motivo ci sarà. È forte in tutti i ruoli con tutta la rosa a disposizione.
Mica per caso all’Apu hanno le antenne alzate da settimane. Robinson, Camara e Jonhson sono un trio formidabile. Ma in riviera qualcosa si è rotto.
Infatti Cividale guida sempre le danze con un Lamb mortifero così come il tiretto di Dell’Agnello, che se lo vedi dici come fa eppure papà Sandro ad un certo punto deve chiamare time-out.

Altra sgasata 66-56 a 3’ dalla fine del quarto con Lamb che si crede al Madison, non quello qui di Piazzale Azzarita ma quello di New York. E quando Miani piazza la tripla del 71-59 l’onda ducale dà la spallata decisiva alla partita che, onestamente, c’è stata solo per una manciata di minuti. «Conquista la vittoria», cantano i tifosi ducali. Le facce dei giocatori in campo dicono che la finale per i ducali è più vicina di quel che dica il punteggio. A 10’ dalla fine è 75-58, coach Peterson sta per mettersi a tavola a mangiare la pasta. La partita è andata, la gente sfolla. Alle fine è 94-66. “Cividale alè, non so stare senza te”. Qui dove si sono giocate Coppe e decisi scudetti, Cividale è a un passo dalla storia.

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