La morte di Astori, nessun segno premonitore. Il cardiologo: "Ci si affiderà all’autopsia"

UDINE. Atleta professionista, monitorato costantemente da uno staff medico di una società calcistica di Serie A e giovane. Troppo giovane con i suoi 31 anni.
Una morte assurda, così assurda da mettere la stessa domanda sulla bocca di tutti: come può essere successo a uno come Davide Astori? Difficile rispondere, «anche per un medico, prima di conoscere gli esiti dell’autopsia - mette le mani avanti affidandosi alla sua professionalità il dottor Paolo Venturini, cardiologo dello sport e primario cardiologo al Policlinico “Città di Udine” -.
«Possibili segnali premonitori? Mi sento di escluderlo considerando il livello che la medicina dello sport ha raggiunto in Italia, più che in altri paesi, considerando la competenza e la professionalità che uno staff medico di Serie A garantisce. Ma è evidente che qualcosa può sempre sfuggire. Una malattia o una disfunzione cardiaca in fase iniziale, ad esempio, sono quasi impossibili da individuare, anche attraverso esami approfonditi e periodici».
Quello di Astori può quindi essere inserito tra i casi di morte improvvisa?
«Purtroppo direi di si. E lo ripeto: in attesa dei riscontri dell’autopsia non mi sembra professionale azzardare ipotesi».
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Un’anomalia è comunque accertata: Astori è morto nel sonno e non durante l’attività sportiva.
«È vero, per un’atleta è statisticamente più probabile che una complicazione cardiaca subentri sotto sforzo, perchè parliamo pur sempre di sforzo massimale. Per questo è ancora più difficile da spiegare quanto successo. Ma è anche vero che nel sonno possono subentrare diverse situazioni».
In un caso come quello di Astori quali possono essere le cause di decesso che possono sfuggire agli esami medici periodici?
«La lista, mi creda, è davvero lunga. Se vogliamo proprio fare un esempio, una morte improvvisa da dissezione aortica è quasi impossibile da diagnosticare: una dilatazione della parete arteriosa che non lascia scampo. Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi».
Il calciatore dormiva in stanza da solo: una persona a fianco avrebbe potuto salvarlo?
«In caso di morte improvvisa da aneurisma dissecante c’è ben poco da fare. Diverso è il discorso se qualcosa ha causato una fibrillazione ventricolare. In questo caso l’utilizzo di un defibrillatore preceduto o meno da un massaggio cardiaco fatto da mani esperte avrebbe buone possibilità di salvare la persona.
Pratiche rianimatorie che, se effettuate entro cinque minuti dall’attacco, possono avere alte percentuali di successo. Non escluderei nemmeno un raro evento di miocardite, ma in questo momento, ribadisco, non abbiamo nessun elemento che ci consenta di orientarci sulle cause di questo decesso».
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