La nuova vita di Berrettoni «Pronto per altri traguardi»

La notizia è diventata ufficiale. Come anticipato dal Messaggero Veneto, Emanuele Berrettoni lascia il calcio giocato, ma rimane nell’ambiente: a 38 anni il trequartista del Pordenone dice basta dopo quasi 500 partite tra i “pro” per intraprendere la carriera da dirigente: dalla prossima stagione sarà il “direttore di campo” dei ramarri, un raccordo tra la squadra e la società, aiutando nelle mansioni di direttore sportivo Matteo Lovisa. Sabato, al cospetto della Juve Stabia, nella partita che assegnerà la Supercoppa di serie C, “Berre” disputerà il suo ultimo match. Da lunedì inizierà un nuovo percorso. Ieri l’annuncio, con il presidente Mauro Lovisa, che ha ribadito la stima nei suoi confronti: per “Berre” è pronto un triennale.
EMOZIONE
Tanta, tantissima nel volto di Berrettoni, persona schiva, che non ama i riflettori, ma a cui tutti vogliono bene per la sua generosità. Accompagnato dalla moglie Alice Frutti, figlia dell’ex tecnico neroverde (ed ex bomber del Modena) Sauro, ha trattenuto a stento le lacrime, soprattutto quando è entrata in sala stampa al De Marchi parte della squadra, che l’ha salutato con un lungo applauso. «È da gesti del genere che si capisce come mai siamo riusciti a vincere il campionato – ha affermato –. Per me si tratta di un momento particolare: quando uno gioca a calcio non vorrebbe mai arrivasse questo istante, ma la vita va avanti e bisogna crescere. La società mi ha fatto scegliere cosa fare, se giocare o intraprendere questo percorso: è un aspetto che ho apprezzato moltissimo. Credo potrò essere utile a Matteo e sono contento di continuare la mia storia col Pordenone». A Lovisa junior il difficile compito di trovare un nuovo numero 10: «Mi aiuterà Emanuele a sceglierlo», ha detto giustamente sorridendo. «Sono contento che “Berre” abbia questo spazio: è stato importante per la nostra società, ci ha regalato molte gioie – ha sottolineato il presidente Lovisa –. Ritengo sia la persona giusta da affiancare a Matteo per le sue conoscenze e la sua intelligenza. Ci darà qualcosa in più, ne sono convinto, ma dovrà subito ragionare da dirigente: a breve quelli che, ora, sono i suoi compagni non lo saranno più».
IL FUTURO
Berrettoni si gode gli ultimi giorni da giocatore. «Spero passino più lentamente possibile», ha detto, facendo capire come sia stata difficilela scelta. «Ho deciso in maniera repentina, altrimenti sarebbe stata ancora più dura – ha continuato –. Dopo la gara con la Giana avrei voluto continuare a giocare, poi si è presentata questa opzione: ne ho parlato con la mia famiglia e ho pensato fosse il momento giusto per staccare. Da adesso pensiamo alla partita di sabato, che voglio vincere». Prevedibile e meritato il tributo che riceverà da parte del Bottecchia. «Quando sono arrivato qui tre anni e mezzo fa il mio desiderio era di rimanere il più a lungo possibile – ha detto –. Avevo intenzione di tagliare grandi traguardi con questa maglia: intraprendere la carriera da dirigente con questi colori è stata la naturale conseguenza di questo periodo trascorso assieme». A breve sarà l’anello di congiunzione tra squadra e club, esattamente com’è oggi in campo tra attacco e centrocampo. Se il prosieguo sarà simile a quello visto sul rettangolo di gioco, ne vedremo delle belle. —
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