Lasagna, chiamata in azzurro e l’Udinese lo blinda per 5 anni

Il ct Mancini lo convoca al posto di Zaza nonostante il momento difficile in Friuli Il club bianconero gli conferma la fiducia rinnovando il contratto fino al 2023

UDINE

Kevin Lasagna è da ieri un attaccante da Nazionale e l’Udinese – con grande tempismo – l’ha blindato per cinque anni con un nuovo contratto. Alle prese con la “pancetta” di Mario Balotelli, con un Gallo Belotti che non canta più e, da ieri, con l’infortunio a un polpaccio di Simone Zaza, il ct Roberto Mancini ha deciso di chiamare il centravanti dell’Udinese per chiudere il cerchio nel reparto offensivo in vista dell’amichevole di stasera con l’Ucraina e, soprattutto, per la sfida di Nations League in programma domenica in Polonia.

Che dire? Quella di Lasagna è decisamente una convocazione a sorpresa, anche se fatta scattare in un momento di assoluta emergenza, in fatto di attaccanti con il passaporto italiano. Scarseggiano, praticamente fanno il paio con i rinoceronti bianchi del Sudan: sembrano in via di estinzione, per tutta una serie di motivi che vanno dalla scarsa fiducia dei club della nostra serie A nei confronti dei ragazzi di casa, alla poca competitività dei vivai italiani. Morale della favola, Immobile pare insostituibile, dietro tutta una serie di incognite e qualche vecchietto. Come Fabio Quagliarella che a 35 suonati resta sempre un bomber con i fiocchi e più di qualcuno ieri – una volta appreso della chiamata di Lasagna in azzurro – ha evocato via social.

Niente da fare il Mancio non può guardare solo al presente, l’ha detto a chiare lettere analizzando gli obiettivi del suo lavoro dal ct. Deve puntare al prossimo Europeo, quello del 2020 che non può essere affrontato con un 37enne in squadra. O meglio, se in quel mese Quagliarella o chi per lui (tra i senatori) starà bene e fornirà garanzie dal punto di vista agonistico, sarà chiamato in Nazionale, altrimenti si punterà si più giovani. L’obiezione è spietata: prima bisogna qualificarsi per la fase finale degli Europei e visto quello che è successo per gli ultimi Mondiali non si tratta di una questione di poco conto.

Certo è che Mancini sta seguendo Lasagna da tempo: lo scorso mese a Firenze il commissario tecnico era in tribuna al Franchi per eseguire sì i tre gioiellini in maglia viola, Chiesa, Benassi e Biraghi, ma anche per prendere nota dei possibili progressi del bianconero che, per l’occasione, non riuscì a colpirlo.

Diciamoci la verità, il mantovano in questo avvio di stagione sta stentando parecchio, tanto che nell’ultima recita allo stadio Friuli il gol sbagliato davanti alla porta spalancata della Juventus (per il possibile 1-2) è arrivata la conferma della crisi che sta vivendo. La domenica precedente, in quel di Bologna, aveva fallito la rete in contropiede, allargandosi verso destra e sfiorando il palo invece di trafiggere senza pietà Skorupski. Un errore che ha pesato non poco sugli sviluppi della trasferta al Dall’Ara e sulla successiva sconfitta che costringerà l’Udinese a recuperare qualche punto tra Napoli, Genoa, Milan e Roma, non proprio avversarie morbide. Il suo score parla di un solo gol messo a segno in otto giornate, tra l’altro nell’unica volta che è partito dalla panchina a svantaggio del polacco Teodorczyk. Poco, troppo poco dopo un precampionato convincente, ma giocato con il 4-2-3-1. Il 4-1-4-1 ideato da Velazquez all’insegna dell’equilibrio tra facendo una vittima – sotto il profilo tattico – ed è essenzialmente Lasagna, costretto a recitare da punta unica con i compagni in appoggio troppo lontani per poter ricevere una mano nei duelli con i difensori avversari. Il señor Julio dovrà meditare su quest’aspetto.

Anche l’Udinese come società se n’è accorta, tanto da chiamare in sede il procuratore Massimo Briaschi per concludere l’operazione rinnovo del contratto (e della fiducia) con Kevin che durante l’estate era stato sondato dall’Inter: ieri ha firmato fino al 2023, guadagnerà circa 600 mila euro a stagione. —



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