Liberec, la rabbia dei tifosi «Squadra senz’anima»
INVIATO A LIBEREC. Rabbia, delusione, amarezza. C’è tutto questo negli occhi dei tifosi che ieri mattina si sono svegliati a Liberec pensando di aver fatto un brutto sogno. E invece no, L’Udinese è davvero fuori dall’Europa League, ne ha solo annusato il profumo, e quella splendida cavalcata di otto vittorie consecutive con la quale aveva chiuso la passata stagione è di fatto servita a nulla.
«Brutta partita – dice Bepi Marcon, presidente dell’Udinese club Fagagna – , si è vista poca determinazione, siamo stati eliminati da una squadra modesta che in Italia farebbe fatica a giocare in serie A. Non so cosa sia successo, a questo punto mi viene da pensare che Guidolin non riesca a preparare nel modo giusto questi appuntamenti. Siamo andati fuori tre volte su tre, non può essere una coincidenza. In mezzo a tanti pregi, questo è un suo limite. E forse le novità del ritiro non sono state una grande idea».
Cerca di buttarla sullo scherzoso Daniele Muraro: «Evidentemente a Guidolin i preliminari non piacciono, chissà cosa ne pensa sua moglie. Adesso ci toccherà arrivare secondi per andare direttamente in Champions». Muraro poi si fa serio: «Provo una grande delusione, ci credevo nella rimonta. Ma la delusione non è tanto per il risultato quanto per aver visto la squadra non affrontare la gara con lo spirito giusto. Ci è mancata l’anima». Sul banco degli imputati ci finiscono un po’ tutti: «Forse qualcosa ha sbagliato anche Guidolin, bisognava cambiare qualcosa anche se giudicare da fuori non è mai semplice».
Sono venuti a mancare gli uomini chiave, Muriel e Di Natale su tutti. «Totò in due partite non ha toccato più di tre palloni – sottolinea Cristian Nodale – . Della gara dell’altra sera salvo solo Allan e Basta che hanno corso dal primo all’ultimo minuto. Kelava? La colpa non è sua, ma di chi lo manda in campo. La squadra nel complesso ha deluso. Posso giustificare le eliminazioni per mano di Arsenal e Braga ma questa no». E adesso il futuro è a tinte fosche: «Sono molto preoccupato – aggiunge Nodale - anche perchè temo qualche brutta sorpresa dal mercato».
La ferita è ancora fresca e forse anche questo condiziona i giudizi dei tifosi. Renato Spaggiari, presidente del club di Reana, commenta: «Non vorrei che qualche giocatore fosse rimasto controvoglia e queste adesso fossero le conseguenze. Con squadre chiuse soffriamo e consideriamo che abbiamo perso due giocatori come Benatia e Angella che facevano gol sulle palle inattive». Per Spaggiari il problema non è di gambe: «Negli ultimi 20’ con un uomo in meno la squadra ha continuato a correre, c’è qualcosa che non va a livello mentale. Kelava? È responsabile sul gol, ma aspetterei a bocciarlo definitivamente». Alberto Di Lazzaro fa una riflessione tattica: «Contro le squadre chiuse soffriremo sempre e non si può pensare che Di Natale risolva sempre la situazione. Ci serve una punta fisica, ecco perchè aquisterei Kozac. Guidolin? Persona eccezionale, lui soffre per quello che è accaduto, non ho alcun appunto da fargli». Riflessione finale per Giancarlo Damiani, vicepresidente dell’Auc, già sulla strada del ritorno. «Ho visto una squadra svogliata che non ha dato tutto quello che poteva, si sono evidenziati dei limiti fisici, per il terzo anno consecutivo ai preliminari non corriamo abbastanza. L’eliminazione è meritata, ora ci lecchiamo le ferite e cerchiamo di fare una buona stagione».
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