Lo strano compleanno di Gasparotto senza Milano-Sanremo e le "sue" classiche

Il casarsese compie 38 anni. «Non posso ritrarmi così, voglio chiudere in bellezza: magari correrò anche nel 2021». Poi disputa per noi una Classicissima "virtuale": dai rumori prima del Poggio, all'attacco di Nibali fino al trionfo di Sagan

Enrico Gasparotto, casarsese ma ora cittadino svizzero, due Amstel Gold Race vinte, un podio alla Liegi-Bastogne- Liegi, per quasi un decennio il migliore italiano alla Classiche del Nord, un titolo italiano professionisti al primo anno tra i pro nel 2005, oggi compie 38 anni.

Li festeggia nel modo più strano possibile per un giramondo con la bici come lui: nella sua casa di Lugano con la moglie Anna. Impensabile, bello, ma allo stesso tempo triste: c’è il coronavirus che miete centinaia di morti al giorno in Europa, non ci sono le corse.

Col “Gaspa” siamo tornati alle gare, anche se in modo “virtuale”.

Enrico, ieri avrebbe dovuto esserci la Sanremo. Immagini si sia corsa davvero...

«C’era il sole ieri in Riviera. Vediamo...Intanto mi sarei concentrato al massimo per prendere il Poggio molto avanti. Un anno fa stavo benissimo, ma l’ultima salitella, che può diventare insormontabile dopo 270 km e a quell’andatura folle, l’avevo presa indietro».

Ieri quelle strade in Riviera erano deserte, racconti alla gente cosa vogliono dire quei chilometri tra Cipressa e Poggio...

«Un aggettivo: elettrizzanti. È come se il gruppo vivesse in una bolla d’aria. Fuori impazza il tifo, noi corridori lo sentiamo in sottofondo, ma siamo concentrati a tenere le posizioni. Se prima della Cipressa in gruppo anche ci si parla, poi non vola una mosca. Si sentono solo il fruscio delle bici e gli insulti che si lanciano i corridori per tenere la posizione. È obbligatorio mantenere la lucidità, al primo errore vieni castigato, ma non è facile farlo».

Dai “Gaspa” cosa sarebbe successo ieri?

«Ci avrebbero provato Sagan, che non ha mai vinto la Sanremo, Gilbert, cui manca solo la Classicissima tra le classiche vinte, e Nibali che stava andando forte. Mi immagino un gruppo di una quindicina di corridori a giocarsi la corsa dopo il Poggio».

Ultimo chilometro?

«Resistono quei tre campioni e Peter Sagan riesce a vincere la Sanremo. Non credo correrà ancora per molte stagioni, speriamo un giorno la vinca davvero».

Un gran bel finale. Invece.

«Siamo qui a contare i morti per questo cataclisma. Siamo qui a mettere da parte la bicicletta, il nostro lavoro ma soprattutto la nostra passione, e passare il tempo in ansia per i nostri parenti e divorando le informazioni della tv o dei social sulla pandemia».

Qual è l’immagine che le è rimasta in testa?

«Chi muore in questa battaglia non può essere salutato dai familiari. È una cosa che non riesco a sopportare».

Con i suoi genitori lontani centinaia di chilometri a Casarsa...

«Certo, hanno l’obbligo di non uscire di casa, io e mia sorella, che vive a Pordenone li cotrolliamo a distanza».

Gasparotto, quando tornerete a correre?

«Chissà, forse anche mai quest’anno. La situazione è grave. Ben che vada si potrebbe gareggiare da luglio, con una stagione completamente stravolta. In quattro mesi metteranno più corse possibili e dovremo farci trovare pronti. Per noi ora è come essere in novembre. Conviene riposare, stare in famigia e poi ricominciare la preparazione da zero. Avevo fatto 19 giorni in altura al teide, stavo benissimo ero pronto per le “miei” Classiche invece...».

Oggi compie 38 anni, è “costretto” a correre anche il prossimo anno...

«Mi ero sempre riproposto di chiudere la carriera con un grande risultato, è chiaro che, senza classiche, dovrò riprovarci nel 2021. Ma non sarà facile, sono in scadenza di contratto alla Ntt, il momento è difficile, con questa situazione tanti resteranno senza lavoro. Vedremo».

L’anno scorso ha preso il passaporto svizzero, oltre che “per matrimonio” anche con il sogno di partecipare alle Olimpiadi e al Mondiale che si corre proprio in Svizzera...

«Slittassero i Giochi al 2021 sarebbe un motivo per provare ad andare avanti, ma prima dobbiamo battere il virus, poi penseremo al futuro. Magari in 4 mesi con tutte le classiche concentrate verranno fuori corse bellissime. Ma andiamoci piano, qui la gente muore, c’è il concreto rischio che salti la stagione».

E allora tanti auguri. Programmi per oggi?

«Festa con mia moglie e i nostri due gatti, e immancabile brindisi col vino friulano. Tra l’altro questo maledetto virus ha fatto pure saltare la Festa del vino nella mia Casarsa, una disdetta».

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