Lo “Zoncolan 3” per la rosa E il gran finale a Trieste

Trattative ben avviate per la doppia scalata al mostro, da Ovaro e da Priola. Si deciderà in agosto. Se il “piano A” saltasse comunque una tappa in Carnia

SUTRIO. Chiariamo subito, non stiamo parlando di un sogno di mezza estate, anche se la strada da fare, affinchè tutto quando troverete scritto in queste righe si avveri, è ancora tutta in salita. Ma, al momento, la salita è pedalabile, non come quell’erta che è il fulcro di un progetto ambizioso.

Quello che potrebbe portare in regione le ultime due tappe del Giro d’Italia 2014, la corsa rosa che sarà svelata il 7 ottobre a Milano. Tutto è ancora in discussione, solo all’inizio di settembre sapremo se il “piano A” avrà il via libera. Mauro Vegni, il direttore del Giro d’Italia e la sua spalla Stefano Allocchio, reduci dalle prime ispezioni in Irlanda, da dove partirà la corsa rosa 2014, del resto più volte hanno manifestato amore per il Friuli e le salite carniche. Ecco allora che qui si sogna un finale rosa col botto.

Il nuovo versante. Il cuore di tutto è naturalmente una salita nel cuore della Carnia. Di nove chilometri al 13 per cento di pendenza media, punte del 23% e 1.140 metri di dislivello dai 590 metri di Priola, piccola frazione di Sutrio ai 1.730 metri del Monte Zoncolan. Sono proprio questi gli eloquenti numeri di quello che potremmo chiamare lo “Zoncolan 3”, la terza via al “mostro”. Una salita che nelle classifiche dei cicloamatori d’Europa figura al secondo posto, proprio dietro al versante di Ovaro. Per gli appassionati di bici friulani è semplicemente la salita di Priola, che scalda i motori in vista del Giro d’Italia 2014.

Il tappone decisivo. Perché, come già anticipato all’indomani della due giorni friulana della corsa rosa 2013, nella prossima edizione un tappone di montagna potrebbe corrersi nel cuore della Carnia e proporre, incredibile piatto finale, due scalate al mostro: dal versante di Ovaro, con discesa verso Sutrio sulla strada provinciale e da quello di Priola con i cinque durissimi km fino al piazzale Moro e l’arrampicata conclusiva alla vetta esattamente come nel Giro d’Italia 2003, il trionfo di Simoni e l’ultima recita di Pantani.

Così i corridori si troverebbero a scalare, in una sola tappa, per un evento sportivo e mediatico straordinario, quelle che sono considerate le due salite più difficili d’Europa. Perché, attenzione, sono proprio gli organizzatori di Rcs a volere fortemente lo Zoncolan, montagna da dieci anni abituata a sbancare l’auditel, e così far felici sponsor milionari.

Tutto può cambiare. Il condizionale però è d’obbligo. Perché, è vero che luglio e agosto e settembre sono proprio i mesi dedicati all’organizzazione del Giro d’Italia a completare la mappa della corsa dell’anno successivo, ma il piano che Enzo Cainero ha in testa (da quando, un paio di edizioni fa, l’Alpe di Pampeago in Trentino fu scalata due volte nella stessa tappa) vede nella pazzesca doppia scalata allo Zoncolan solo la prima parte.

Gran finale a Trieste. La seconda è ancora più incredibile e, come avevamo ipotizzato sempre all’indomani delle tappe del Montasio e Vajont, prevede, con il pieno sostegno della Regione e in particolare del vicepresidente della giunta Sergio Bolzonello, l’organizzazione della tappa del giorno che porterebbe la carovana dal Friuli a Trieste. Non una tappa qualsiasi, ma l’u l t i m a tappa del Giro d’Italia, quello che, questo è già sicuro, partirà dall’Irlanda il prossimo 10 maggio per concludersi domenica primo giugno. Dove? Forse appunto Trieste. Forse.

Perché, secondo le nostre fonti, proprio all’indomani del passaggio friulano della corsa rosa 2013, gli organizzatori di Rcs tenevano in altissima considerazione la candidatura friulana per il gran finale. Tappone senza precedenti sullo Zoncolan il 31 maggio e conti regolati per la maglia rosa, col grande ritorno dopo la tappa tagliata del 2011, la cancellazione del Crostis e la “rivolta” di Tualis. Quindi volatona finale a Trieste, per celebrare i 60 anni dal ritorno della città all’Italia.

Rivali pesanti. Ora però, ed era normale attenderselo, si sta verificando un ritorno di fiamma di altre città del nord, su tutte Milano, l’arrivo “naturale” del Giro, metropoli che non vorrebbe mancare all’appuntamento con la conclusione della “sua” corsa per il secondo anno di fila dopo Brescia 2013. I prossimi saranno giorni decisivi. Ed è inutile chiedere lumi al patron delle tappe friulane, Enzo Cainero: sostanzialmente non parla.

La voce gira. In Carnia però la voce sta girando. E così qualche giorno fa assieme a due amici abbiamo provato lo “Zoncolan 3”, quella che parte dalla frazione di Sutrio con una serie di drittoni da ribaltamento seguiti solo da alcuni punti in cui si può respirare grazie ai tornanti.

Noi siamo saliti fino al rifugio Moro, ma qui per i corridori continuerà l’inferno: tre (gironi) km con pendenze quasi sempre superiori al 15 per cento e l’ultimo lunghissimo chilometro. Una rampa che dieci anni fa esaltò Gibo Simoni e fece risvegliare l’orgoglio di Pantani. Cosa succederà se nella prima scalata al mostro da Ovaro qualche big deciderà di far “saltare” la corsa e poi si lancerà in discesa verso Sutrio con minuti di vantaggio?

Peccato che siamo solo in luglio, al 31 maggio 2014 manca ancora tanto tempo e Milano o Torino, le potenti metropoli, potrebbero far saltare il banco. Succedesse, il gran finale per ricordare i 60 anni del ritorno di Trieste all’Italia salterebbe, ma la Carnia si consolerebbe con una tappa sullo Zoncolan (chissà, sognamo, magari un’inedita cronoscalata, mica roba da buttare) alla fine della seconda settimana. Del resto alla Borsa internazionale del turismo di Milano nello stand del FriuliVg lo scorso febbraio il numero uno del Giro d’Italia, Mauro Vegni l’aveva assicurato: «Torneremo sullo Zoncolan nel 2014».

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