L’orgoglio di Gemona per Wayde van Nikerk, la sua medaglia è nata in Friuli

Il sudafricano Wayde, mezz'ora prima di re Bolt, ha vinto i 400 metri polverizzando letteralmente uno dei record storici dell'atletica leggera. "Un pezzo di questa impresa è anche nostro”, ha detto il sindaco Paolo Urbani

UDINE. Alla fine re Usain Bolt, che aveva appena fatto esplodere lo stadio olimpico di Rio dominando i 100 con un "normale" (per lui) 9'80, è andato a cercarlo in tribuna stampa per un abbraccio che sa tanto di passaggio di consegne.

Sì perché il nuovo imperatore dell'atletica si chiama Wayde van Nikerk, sudafricano campione del mondo che d'estate prepara le sue gare a Gemona, dove da due anni e' testimonial del progetto Sportland che mette insieme, tra sport e turismo, oltre 20 comuni.

Wayde, mezz'ora prima di re Bolt, erano le 22 ora di Rio, le 3 del giorno di Ferragosto in Italia, aveva vinto i 400 metri polverizzando letteralmente uno dei record storici dell'atletica leggera, quello di "soldatino" Michael Johnson vecchio di vent'anni.

Wayde, 24 anni allenato da una coach di 50 anni più vecchia, correva in corsia 8. Davanti nessuno, dietro sette rivali pronti a sbranarlo prendendolo a riferimento.

Lui, che un anno fa ai mondiali di Pechino aveva vinto sul filo di lana finendo poi all'ospedale attanagliato dalla fatica, se n'è fregato della corsia sfavorevole.

È partito come un missile ed ha finito, quello che viene chiamato il giro della morte, ancora più forte: 43'03.

Un tempo pazzesco, l'impresa dei giochi olimpici perché sarà quasi impossibile di qui a domenica fare meglio nelle altre gare. Persino re Bolt l'ha capito andando a rendere omaggio a quel ragazzo che in giugno, prima di arrivare a Gemona per il mese di fatiche, si era allenato qualche giorno con lui in Giamaica.

C'è un po' di Friuli, quindi, nell'impresa dei giochi. Allo stadio c'era la gemonese Anna Pittini, da tempo nello staff degli atleti sudafricani (il compagno di allenamenti di Wayde, Akine Simbine si è piazzato quinto nei 100 di Bolt) ed euforica per il risultato; e c'era il project manager di Sportland, Enzo Cainero, che dopo aver spinto la nipote Chiara venerdì all'argento nel tiro a volo, non ha voluto perdersi l'impresa del "suo" velocista.

"Straordinario, sono senza parole - ci ha detto il manager poco dopo la gara al telefono in uno stadio olimpico ancora elettrizzato - Wayde è entrato nella leggenda e Gemona la prossima settimana lo accoglierà con una grande festa. Il campione è un patrimonio del Friuli, non solo terra di campioni ma pure terra scelta dai campioni per preparare le imprese piu' belle (le sue giamaicane sul podio del 100 metri si allenano da anni a Lignano ndr)".

Notte insonne (e di festa) pure a Gemona, città che ha adottato ormai Wayde e gli altri atleti. Atleti ma soprattutto ragazzi che lavorano duro al campo di allenamento e si fanno notare per la loro umilta' e cordialità. Per questo in tanti hanno sfidato il sonno per vedere la gara.

"Un pezzo di quell'impresa, un piccolo pezzo - ha detto il sindaco Paolo Urbani - è della nostra città, ne siamo orgogliosi e non vediamo l'ora di riabbracciare il "nostro" Wayde".

Il ragazzo arrivato in Friuli un paio di stagioni fa come una semplice promessa dell'atletica sulla scia della strada aperta da Oscar Pistorius, è diventato in 12 mesi, tra titolo mondiale, olimpico con tanto di record, un'imperatore dello sport.

Se n'è accorto pure re Bolt. Si, perché Wayde, il ragazzo che all'hotel Willy di Gemona dove alloggia saluta sempre tutti con un "mandi", quando in Italia era notte fonda ha rubato la scena a tutti con un record pazzesco che è anche un po' friulano.

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