L’Udinese ora ha un obiettivo: eliminare gli errori

Negli ultimi due mesi l’Udinese ha raccolto solo 4 punti ed uscita dalla Coppa Italia. Lunedì il posticipo con la Fiorentina da giocare eliminando disattenzioni e incertezze

Pietro Oleotto

Tutto è cominciato con il finnico, moderno Thor del Venezia, neppure un’ira di dio come centravanti, questo Pohjanpalo, ma comunque capace di segnare il confine tra l’Udinese al quarto posto (assieme ad Atalanta, Lazio e Fiorentina) dopo aver sconfitto il Cagliari lo scorso 25 ottobre e quella che dopo due mesi scarsi si ritrova con soli 4 punti in classifica e fuori dalla Coppa Italia, vittima di tutta una serie di errori che le hanno impedito di raccogliere un bottino, in più di qualche occasione.

L’argomento è quanto mai d’attualità dopo aver consegnato nelle mani dell’Inter i quarti di finale del trofeo nazionale, un traguardo che la squadra di Simone Inzaghi, dall’alto del proprio potenziale avrebbe potuto centrare anche senza gli omaggi di Ekkelenkamp e Piana, la mezzala olandese e il portiere di riserva (schierato dal primo minuto a San Siro) autori di errori pacchiani che hanno semplificato il compito dei nerazzurri.

Sono bastati un retropassaggio sbagliato a centrocampo e una mancata uscita su calcio d’angolo a chiudere la pratica e ad aprire il “libro” delle incertezze fatali.

A Venezia il rigore concesso da Giannetti e l’espulsione di Touré – al netto della poca precisione nella valutazione dell’arbitro massa – che hanno spalancato la strada alla rimonta legunare dallo 0-2 al 3-2 finale.

Con la Juventus le autostrade concesse da Ehizibue e Lovric sul centrodestra, dove sono nati i gol del 2-0 maturato già nel primo tempo. Con l’Atalanta l’anticipo “cannato” da Touré e il succesivi autogol che hanno vanificato un’ora di calcio champagne di marca bianconera.

A Empoli un tempo regalato, compreso il gol di Pellegri, agevolato da Bijol e Okoye. Con il Genoa l’espulsione, evitabilissima, ancora di Touré dopo due minuti.

A Monza il pareggio (per fortuna poi solo momentaneo) nato a inizio ripresa, proprio nella zona di Kristensen, inserito nell’intervallo proprio limitare l’attacco dei brianzoli.

Con il Napoli le scriteriate iniziative di Ehizibue sulla fascia destra in un secondo tempo cominciato in vantaggio e finito male, dopo il lancio per Lukaku che si è infilato facilmente tra Bijol e Giannetti, autore poi dell’autogol del sorpasso napoletano.

Tanti errori. Firmati da autori anche diversi, non solo da giovanotti che devono ancora farsi le ossa. Troppi per proseguire al ritmo delle prime in classifica.

L’Udinese viaggia in terza classe da un paio di mesi. Sono costati occhio e croce 6-7 punti, con i quali adesso la squadra di Runjaic adesso sarebbe poco sotto il treno che porta in Europa, lontanissima da quella zona retrocessione che adesso comincia dal cagliari, sei lunghezze più sotto.

Un difetto di concentrazione? Un problema legato alle scelte tattiche? O agli interpreti? Tutte domande alle quali solo mister Kosta può rispondere e dovrà farlo necessariamente fin dalla tappa di lunedì contro la Fiorentina, la prima di un mini-ciclo da completare con il Torino (in casa) e a Verona dove la sera 4 gennaio si concluderà il girone d’andata bianconero.

Almeno 3-4 devono finire nella tasca bianconera.

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