L’ultima meta di Alessandro Zanni: «Mi ritiro ma sono fiero della mia carriera»

Il 36enne udinese della Benetton farà il preparatore: «Non è stata una scelta facile, però penso di aver deciso per lo stop al momento giusto» 
Italy's Sergio Parisse (L) and Italy's Alessandro Zanni shows his dejection the Six Nations Rugby match between Italy and England at Olimpico stadium in Rome, Italy, 04 February 2018. ANSA/ANGELO CARCONI
Italy's Sergio Parisse (L) and Italy's Alessandro Zanni shows his dejection the Six Nations Rugby match between Italy and England at Olimpico stadium in Rome, Italy, 04 February 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

Il “robocop” del rugby italiano, il friulano Alessandro Zanni, “appende gli scarpini al chiodo” e inizia la carriera da preparatore atletico sempre nelle fila della Benetton Rugby Treviso, sua seconda casa.

«Non è stata una scelta facile – commenta – dire basta all’attività che ha scandito ogni mia giornata negli ultimi 20 anni non è cosa da poco. Tuttavia, però, penso fosse arrivato il momento».

Zanni, nato ad Udine il 31 gennaio del 1984 è un’istituzione del rugby a livello mondiale: di professione terza linea flanker, riadattato seconda linea nell’ultimo periodo, è sempre stato un giocatore completo, totale. Dotato di grande fisicità e di una preparazione atletica impeccabile, si è sempre distinto per spirito di sacrificio e intelligenza tattica. Nato nella Leonorso Rugy Udine, arrivato in serie A con la Rugby Udine, esordio il 26 settembre del 2004, ha poi vestito le maglie del Rugby Calvisano e dal 2009 veste i colori della Benetton Treviso.

Qualche record? Una convocazione con i Barbarians, la selezione a invito più importante del mondo ovale e ben 58 presenze consecutive in maglia azzurra, senza dimenticare le 135 presenze in maglia Benetton e le quattro Coppe del Mondo vissute da protagonista.

«Come detto, dopo un’attenta e sofferta riflessione ho pensato fosse arrivato il momento di pensare al dopo. Non sono più un ragazzino e ho sentito il bisogno di guardare al futuro».

Cosa farà Alessandro Zanni da grande?

«Per prima cosa voglio laurearmi in Scienze Motorie. Ora ho il tempo giusto da dedicare allo studio e penso che questo sarà il primo step. Poi rimarrò in casa Benetton, aiuterò nella preparazione atletica la prima squadra, cercando di imparare dai professionisti che già ci lavorano e seguirò i giovani».

Palestra e preparazione, due cose che da sempre ti hanno caratterizzato.

«Esattamente, ho la palestra in casa e vado sempre a correre. Sono due aspetti che da sempre sono fondamentali nella mia vita e rimarranno tali sempre. Ora mi piacerebbe dare una mano in questo ambito e per questo voglio mettermi a disposizione ed imparare».

Come è stata presa questa tua decisione?

«Spero bene, è una cosa molto personale il decidere di smettere. In ogni caso non giocherò più, ma il campo rimarrà al centro della mia vita».

Guardandoti indietro, invece, cosa pensi di tutto quello che hai fatto?

«Mi sono divertito e ho avuto la fortuna di conoscere e giocare ad alti livelli. Non rimpiango nulla, anzi!»

La tua è stata una generazione di rugbisti che, di fatto, ha portato avanti l'Azzurro per lungo tempo. Come guarderai la nazionale da ora in poi?

«È stato un onore vestire la maglia azzurra e spero di averla portata nel migliore dei modi, io ho sempre dato tutto quello che avevo in campo! Come la guarderò? Sempre con grande trasporto ed entusiasmo. Il futuro della nazionale, secondo me, sarà ricco di soddisfazioni. Ci sarà da lavorare, ma tutti sono consapevoli di quello che dovranno fare e, sicuramente, c'è la volontà da parte del gruppo di far uscire il rugby italiano da questa situazione di stasi».

Parlando di Benetton, invece. Come sta andando la preparazione?

«Stiamo lavorando tanto e in maniera costante. Non si sa ancora quando ci sarà la ripresa, pare che il Pro 14 lo termineremo in agosto, ma nulla è ancora certo. Così se da un lato stiamo lavorando sodo dal punto di vista fisico, dall’altro non dobbiamo tralasciare quello mentale; c’è la necessità di porci sempre degli obiettivi per lavorare al meglio».

Oltre a te, Dean Budd e Ian McKinley lasciano la Marca. Un bel ricambio generazionale.

«Diciamo che un ricambio ci vuole ogni tanto. Per noi era arrivato il momento di guardare avanti. A Treviso ci sono tanti giovani che non ci faranno rimpiangere e, soprattutto, c'è una società che ha voglia di crescere e guardare avanti con grande professionalità e voglia di vincere».

Insomma sei pronto per scrivere altri grandi pagine del rugby italiano.

«Un passo alla volta. Prima la Laurea, poi voglio imparare e mettermi a disposizione della società/squadra. Poi, come sempre sarà il campo da gioco ad avere l'ultima parola, anche ora che sono passato dall'altra parte della barricata».

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