L’uomo-jet nasce da un infortunio

Discesista, Bar si rompe lo scafoide a 17 anni e cambia disciplina

Lo sci di velocità ha una tradizione notevole in Friuli. Basti ricordare il cividalese Di Marco, recordman del Kl (chilometro lanciato) degli anni Settanta e Francesco Taddei, tecnico che ha operato con la Promotur a Ravascletto e che, pure in quegli anni, ha raggiunto velocità rilevanti. Il loro erede dei giorni nostri è Stefano Bar, 21enne tarvisiano che d’estate fa il boscaiolo per irrobustire il fisico onde riuscire a sostenere gli sforzi che l’alta velocità richiede nella conduzione degli sci. La stagione scorsa ha coronato la passione per le picchiate vertiginose aggiudicandosi la coppa del Mondo (a pari merito con lo svedese Lindblom) della specialità “produzione”, ossia dove i concorrenti gareggiano con i materiali di serie. Nell’aprile scorso a Verbier (Francia) ha conquistato anche il bronzo al Mondiale, pure della categoria produzione. Insomma, la squadra nazionale dello sci di velocità vede nel friulano il continuatore dei successo iridati dei fratelli valdostani Origone. Bar è tesserato con lo Sci club Pordenone. S’è avvicinato all’affascinante disciplina dopo un infortunio. Infatti, fino a 17 anni era un talento dello sci alpino. Poi, la rottura dello scafoide l’ha un po’ rallentato. Anche consigliato e stimolato dal cugino Pietro Albertelli, campione del Kl negli anni Settanta, ha intrapreso lo sci di velocità. Nel gennaio 2009 ha conquistato l’argento al Mondiale di Vars, categoria juniores produzione, ottenendo poi successi anche in coppa del Mondo, fino agli allori dell’ultima stagione: due vittorie in coppa del Mondo in Canada e una in Svezia.

Giancarlo Martina

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