Lustro al Friuli da Zico, Bierhoff e Sensini anche come dirigenti

 Il Galinho punta in alto e vuole la presidenza della Fifa, Oliver manager della Germania e Nestor ds del Newell’s

UDINE. L’Udinese dell’era Pozzo (la prossima estate saranno 30 anni, mica bazzecole) è stata una fucina di calciatori e allenatori.

Sotto l’arco dei Rizzi sono nati grandi campioni (da Balbo ad Amoroso, da Pizarro a Sanchez giusto per citarne qualcuno), hanno preso lo slancio per panchine più prestigiose che fino a quel momento non avevano ottenuto risultati straordinari (Zaccheroni e Spalletti su tutti), ma, a vedere cosa sta accadendo in questi ultimi giorni, sono “sbocciati” anche dirigenti di alto profilo.

Il primo nome che balza alla mente è sicuramente quello di Oliver Bierhoff, il bomber tedesco della prima Udinese europea, che, appese le scarpette al chiodo con il Chievo Verona nella stagione 2002-2003, un anno dopo era già in federazione con il ruolo di team manager nella Germania allenata da Jurgen Klinsmann che avrebbe disputato il Mondiale in casa nel 2006 perdendo in semifinale contro l’Italia di Marcello Lippi.

Il tedesco negli anni si è guadagnato la stima e la considerazione dei vertici federali che gli hanno rinnovato il contratto prima nel 2010 e poi nel 2014. Lo scorso marzo Bierhoff si è visto proporre un accordo che prevede un contratto fino al 2020 con la responsabilità di tutte le squadre del settore giovanile della federazione e dell’Accademy.

Un progetto a lunga scadenza che, visti i risultati della Germania, campione del mondo a Brasile 2014, ha già da tempo in Bierhoff uno dei suoi uomini chiave.

Diverso il percorso di Zico. Il Galinho è un cittadino del mondo, ha lavorato ovunque e con ruoli diversi. Adesso, però, c’è la possibilità di diventare il numero 1 del calcio mondiale. Lui o Platini. Rivali come in campo a inizio degli anni ’80 con Udinese e Juventus.

Blatter permettendo, visto che il presidente in carica nn sembra più così orientato a dare le dimissioni. «Perchè mi dovrebbero votare? Perchè sono stato lontano dal potere e ho esercitato i miei impegni con serietà e onestà», ha dichiarato il Galinho due settimane fa al Corriere della Sera.

Serietà e onestà sono qualità che hanno caratterizzato tutti i tre grandi ex. Nestor Sensini ovunque ha lavorato si è fatto apprezzare per le sue doti umane prima che di campione.

La carriera di allenatore non gli ha portato molta fortuna, adesso l’argentino ci prova da dirigente del Newell’s. A Udine fanno il tifo per lui e per gli altri due. Sono stati simboli di epoche diverse che hanno lasciato un segno indelebile.

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