Maccan tiene in ansia il Pordenone

E’ l’ultimo arrivato in neroverde, ma si è subito dimostrato decisivo. Gol e ginocchio gonfio, spostata a oggi l’ecografia

PORDENONE. E’ arrivato a fine luglio, a preparazione iniziata. Di tutti i “vecchi” ingaggiati quest’estate, Denis Maccan è quello aggregatosi per ultimo. “Ultimo, ma non il peggiore” – direbbero gli inglesi. Perché l’attaccante si è già preso in mano il Pordenone.

Uscita dal blocco, salita in cielo, la frustrata di testa e la palla nell’angolino: nel gol-blitz di Montebelluna c’è tutta la quintessenza del bomber. Parlato riuscirà a tenerlo ancora in panchina? Paradossalmente, a deciderlo sarà il ginocchio di Denis: sono attese per oggi buone nuove sull’infortunio di domenica scorsa.

Apprensione. «Spero proprio non sia nulla di grave». Certo, nessun allenatore augura malanni ai suoi “sottoposti”, ma il fatto che Carmine Parlato, ieri, l’abbia ribadito con forza non fa altro che sottolineare un concetto: Denis Maccan è già molto importante per il Pordenone.

Se non altro è questa l’indicazione fornita dalla prima giornata. Il centravanti è entrato, e ha subìto messo il suo sigillo. Sportellate e il gol, che attendeva con ansia: dal 4 dicembre scorso il centravanti non segnava. Andria-Paganese, più di 200 giorni fa.

In mezzo, tanti spezzoni di gara, il ritorno a Brescia, le difficoltà per la rescissione con i lombardi. Denis ha affrontato tutto con signorilità, forte della corazza costruita dopo i tanti infortuni. La rete di domenica scorsa, sembrava avergli dato la svolta.

Ansia. E invece Maccan sta sulla riva e aspetta oggi. Attende buone notizie dal suo ginocchio. La parte colpita ieri si è infiammata e solo oggi potrà sottoporsi all’ecografia che dirà la verità. Rottura di qualcosa? Solo una grande botta? Il popolo neroverde – sportivamente – prega.

Lo fa anche Parlato. Avere Denis e non averlo cambia. «Eccome – dice – sono molto contento di lui. E’ arrivato con umiltà e professionalità, e ha colpi da giocatore vero». Ora si aspetta. Poi, il Pordenone deciderà il da farsi: se intervenire o meno sul mercato, per esempio. «Non voglio neanche pensarci», taglia corto Parlato. Quasi per scongiurare l’eventualità.

Giovani. Oggi i neroverdi tornano al lavoro, domenica c’è l’Ufm al Bottecchia. L’esordio in casa. Sinora 3 gare e tutte giocate in trasferta. Per la prima davanti ai tifosi, si vuole fare bella figura, magari rimettendo in vetrina i giovani dal vivaio: Ceolin e Bardus, per esempio, all’esordio in D a Montebelluna.

Il secondo, classe ’95, entrato nella ripresa; il primo nato nel ’96, già titolare e con una buona prestazione. Parlato crede molto in lui. Il tecnico, qualche buon giovane l’ha lanciato – Doukara, ex Catania, da ieri alla Juve Stabia –: del suo occhio ci si può fidare.

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