Mamma Nadia racconta Lisa Vittozzi: “Il nostro sogno? L’oro olimpico”
A Sappada un caffè a casa della plurimedagliata ai mondiali di biathlon. “Viracconto come tutto cominciò, qui a Sappada”

«Io il caffè ve lo offro volentieri, ma della mia Lisa non parlo, non vuole lei e non voglio io. Parlo solo se mi porti qui...Pogacar».
Mezz’ora dopo usciamo dalla casa di Nadia Fontana, la mamma di Lisa Vittozzi, con una certezza: se la campionessa di biathlon scia che è una meraviglia e, quando è al poligono, ora spara con una freddezza unica, uno dei motivi sta proprio nella magia di quel suo mondo.
Con noi c’è Luciano Solero, fotografo del paese che Lisa, e prima Fauner o Piller Cottrer (ma anche la stessa signora Nadia, da ragazza buona fondista) in tuta Camosci, la storica squadra locale, li ha visti crescere. Insomma, Luciano è il classico rompighiaccio.
Rumba, il magico aspirapolvere va, il caffè arriva, la mamma di Lisa guarda il telefono appoggiato sul tavolo della cucina: «Dovrebbe telefonare fra un po’, chiama ogni giorno verso quest’ora, anche se adesso è normale sente più Marco il fidanzato».
Corrono indietro i ricordi. Intercalati da quell’ammonimento: «Non scrivere». Sembriamo Fantozzi nella memorabile scena del dietologo pazzo in Alto Adige. Marea di polpette, quello si gira e lui mangia. Così noi con la penna.
«Lisa da piccola? Andava a sciare come tutti i bimbi qui, ma un giorno, avrà avuto 10 anni, c’è stata la svolta. Proprio perchè tutti sciavano il giorno del suo compleanno, il 4 febbraio, i suoi amichetti erano tutti ad allenarsi e nessuno venne qui alla festa. Beh, da quel giorno non ha saltato una sciata».
E via con la prima vittoria da ragazzina. Campionati italiani in Val d’Aosta: «Prima gara: quarta nella sprint e poi seconda, con gran rimonta nell’inseguimento. Io me l’abbraccio all’arrivo». Alla parete ci sono le foto dei quattro figli di Nadia, la più grande ha 33 anni, la più piccola 15, in mezzo Lisa e l’unico maschio, che sta per diventare maestro di sci. Nadia di loro è orgogliosissima.
E le gare? «Non le guardo». Sicura? «Certo, specie se sono a casa. Troppa tensione da quando è finita nel buco nero». Sì, il buco nero. Incui Lisa finì sostanzialmente dopo aver perso la Coppa del mondo 2019 nel derby azzurro con la Wierer e acuitosi dopo i Mondiali di Anterselva del 2020.
«Da quei giorno non ho più visto i diretta una gara, troppa tensione – continua la mamma della fuoriclasse dei carabinieri, che al Mondiale di Nove Mesto ha giù vinto un oro e due argenti –. O sono al lavoro in pizzeria oppure sbircio i social per sapere il risultato. Poi, la sera, mi gusto la registrazione della mia Lisa in tv.
Quando vado a seguirla in quache trasferta di Coppa è diverso perchè la folla attorno mi aiuta a sciogliere la tensione».
Fuori c’è il sole, che ha scioloto gran parte della neve. La vista sull’alta valle del Piave da Borgata Lerpa è fantastica. Poco lontano Lisa ha costruito il suo rifugio.
E quando è a casa la campionessa? Mamma Nadia è sorprendente: «Questo puoi scriverlo. A cucinare i primi piatti è bravissima: paste, pizzoccheri. Nel periodo del Covid si è specializzata». E di cosa parlano campionessa e mamma? Gare? «Macchè: vestiti, unghie, acconciature, robe di donne. Di gare no.
Poi ai suoi fratelli è legatissima come lo era ai miei genitori, che non ci sono più, o alla nonna paterna». Quindi Nadia, mentre ci indica al muro due belle foto di Lisa da ragazza naturalmente con medaglie al collo, va al punto: «Il biathlon, come tanti sport, al 99 per cento è testa».
E si ritorna a quel buco nero. Dal quale la campionessa è uscita, ne abbiamo avuta la conferma bevendo quel caffè “sofferto”, anche grazie alla famiglia. «Il mental coach Aiace Rusciano (un professionista veneto che ha lavorato anche al Milan ndr) le ha dato una grande mano». La famiglia e ilpaese hanno fatto altrettanto.
Il talento ha fatto il resto. «Se leggo qualcosa di male – ci ammonisce, col sorriso, la signora Nadia prima di salutarci – quando vincerà le Olimpiadi il caffè non te lo offro più».
Già Milano-Cortina 2026, che per il biathlon vuol dire Anterselva. «È il suo sogno e anche il mio. E naturalmente quel giorno niente tv per me e solo gara registrata di sera: chi sopporterebbre la tensione di assistere ai poligoni?».
E dopo? «Deciderà lei se continuare, poi metterà su famiglia e avrò dei nipotini». Usciamo, con una promessa: Nadia, come Lisa, che si allena spesso in bici d’estate, è grande appassionata di ciclismo. Stravede per Pogacar. Il 24 maggio, chissà proprio con lo sloveno in rosa, il Giro d’IOtalia arriverà a Sappada. Visto mamma di Lisa? Eccoti accontentata magari sarà la tua ragazza a farti una foto col tuo beniamino.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto