Michele Giordano, 50 anni, dodici al Torre «Ho giocatori conosciuti ai “primi calci”»

Il più “longevo” tecnico della provincia parla del suo matrimonio con la società viola, del Pordenone e di Campaner 
Matteo Coral

l’intervista



Michele Giordano venerdì ha festeggiato i 50 anni e gli ultimi 12, da tecnico, li ha passati lla guida del Torre: un matrimonio che lo rende un unicum in provincia, dove è l’allenatore più “longevo” sulla stessa panchina, e in regione. Il binomio Giordano-Torre, con l’avallo del mitico ds Claudio Schiavo, suo grande amico, è un’unione di intenti che va oltre il campo e i risultati sportivi.

Mister, cosa l’ha spinta a guidare per così tanto la stessa squadra?

«Sicuramente gli stimoli che mi dà il club, e colgo l’occasione per ringraziare tutta la dirigenza. Prima di arrivare qui pensavo che sarei rimasto al massimo tre anni su una panchina. Siamo partiti in Prima categoria con qualche punto di domanda, puntando sul settore giovanile, ora siamo in Promozione, con 10 giocatori su 21 della rosa provenienti dal vivaio, dopo aver lanciato attaccanti come Gurgu e Urbanetto. Sono soddisfazioni».

Ecco, quale è stata la più grande che ha avuto al Torre?

«La consapevolezza di aver sposato un progetto. Quando sono arrivati ragazzi come Pezzutti e Pivetta erano ai primi calci, ora sono in prima squadra con me. Significa che stiamo facendo bene ciò che ci eravamo prefissati».

L’avvio in campionato, non è stato dei migliori, tre punti in cinque gare, anche per colpa di assenze ed episodi sfortunati. Cos’è andato storto?

«Non credo nella sfortuna, anche se ci sta girando indubbiamente storto qualcosa, soprattutto in alcune partite che non meritavamo di perdere. Abbiamo avuto fuori giocatori importanti come Scian, ma non amo piangermi addosso. Non sarà qualche assenza a condizionare un lavoro di anni. Se continuiamo a lavorare bene come stiamo facendo, i risultati arriveranno».

Lei è stato capitano del Pordenone. Cosa ne pensa oggi? Anche i ramarri non stanno andando benissimo...

«In spogliatoio, ogni tanto, ne parliamo. Quello che traspare da fuori, con i vari cambi di allenatore, è che ci sia stata un po’ di confusione. Spero che col ritorno di Tedino si possa rialzare. Sono sicuro che Lovisa ha in mente come muoversi per rialzare la squadra. Come dico sempre anche ai miei, quando le cose vanno male serve tranquillità, senza farsi prendere dall’ansia».

E come vede “Ciccio” Campaner, suo grande amico e in un certo senso successore spirituale al Pordenone da capitano, in veste di allenatore?

«Siamo talmente amici che non ne abbiamo mai parlato (ride, ndr). Scherzi a parte, sono convinto che possa fare molto bene: è stato un grande calciatore ed è una grandissima persona. Sono convinto possa fare un ottimo percorso. Gli auguro buona fortuna».

Intanto, nonostante la sconfitta del Torre sul campo dell’Union Martignacco, nella Top settimanale c’è proprio il capitano viola Paolo Peressin (’88). «Ha lottato – afferma Giordano – come un leone. Da quando alleno il Torre lui e Giordani ci sono sempre stati: due persone d’oro». Un altro ex Torre è Francesco Bulli (2003), che ha segnato il gol decisivo nella prima vittoria del SaroneCaneva: il futuro, per il roccioso difensore già alla Triestina, è roseo. —

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