Milan debutta al Tour de France: l’Italbici adesso spera
Il campione friulano sarà alla Grande Boucle per vincere una tappa con la Lidl Trek. È dal 2019 che un azzurro non trionfa in una tappa
L’avevamo incontrato in bici al Santuario di Castelmonte sopra Cividale l’ultimo giorno del 2024 Jonathan Milan il più vincente corridore italiano del 2024 con 11 successi tra cui tre tappe al Giro d’Italia (anche la maglia di ciclamino) e un booster del Mondiale nell’Inseguimento con record del mondo in coda alla stagione. Allenamento di sei ore, nonostante il freddo anche salita, ma c’era stata quella smorfia.
Giro o Tour? «Non lo so ancora, vedremo, decideremo con la squadra, la mia Lidl Trek». La voglia di debuttare alla Grande Boucle era tanta, anche perchè a Lilla la prima maglia gialla si assegnerà quasi cetamente con una volata, i dubbi anche perchè il compagno di squadra Mads Pedersen, l’ex campione del mondo, che tappe al Tour ne ha già vinte, aveva la stessa ambizione e due pezzi da novanta nella stessa corsa difficilmente si possono sostenere.
Ecco, ieri dal ritiro spagnolo del team proprio il danese, anch’egli plurivinictore nel 2024, ha spianato la strada al 24enne velocista friulano.
«Farò il Giro e non il Tour de France - ha detto Pedersen, vincitore a Napoli due anni fa nella corsa rosa proprio davanti a Milan –. È una decisione che abbiamo condiviso con la squadra. Ovviamente mi sarebbe piaciuto correre ancora il Tour, ma capisco che il team preferisca andarci con Jonny Milan, che ha sinceramente più chances di me di vincere le tappe. D’altronde è uno dei migliori sprinter del mondo e con tutte le occasioni che ci sono al Tour le possibilità di portare a casa 3-4 tappe ci sono tutte».
Parole di miele, che esaltano ma anche responsabilizzano ancor di più il corridore italiano, uno dei pochi (l’altro è Filippo Ganna in una crono e poi?) su cui al momento si può contare per chiudere un triste filotto per l’Italibici: nonvince una tappa al Tour dalla penultima dell’edizione 2019. Ci riuscì Nibali. Ora, chissà, torneranno i tempi di Cipollini e Petacchi? —
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