Mondiali amari, ma il futuro è di Alessia

Giovane età e “parabola discendente” di molte rivali: a partire dagli Europei 2014. Trost può entrare nel gotha dell’alto

PORDENONE. Tra qualche giorno, ad Alessia Trost passerà quel pizzico di rabbia, misto ad amarezza, che ancora prova per aver perso l’occasione-podio (7º posto) ai Mondiali di Mosca. Serviranno, appunto, ancora soltanto poche ore: perché ha soltanto 20 anni, una vita atletica davanti, e soprattutto perché la sua specialità sta per salutare delle vere regine. Insomma, il futuro è suo.

Il giorno dopo. «Mi mangio le dita». E’ passata una notte, ma la frase post-gara di Alessia ancora riecheggia sulle tribuna del Luzhniki. E’ un po’ l’emblema, l’estrema sintesi, di ciò che provava lei e – sinceramente – di ciò che provavano i dirigenti federali, che con una sua medaglia, avrebbero potuto parlare di un Mondiale appena sufficiente per i colori azzurri. Il bronzo non è arrivato, gli iridati sono stati un disastro per la spedizione italiana, ma c’è stato anche il segnale di come Trost sia il futuro. Basta guardare il suo talento e il parterre che compone adesso il salto in alto mondiale.

La russa Anna Chicherova, terza classificata, nel 2014 avrà 32 anni; la spagnola Ruth Beitia, anche lei bronzo, compirà 35 primavere; la croata Blanka Vlasic, qui assente, avrà 30 anni, e soprattutto non si vede ad alti livelli ormai da tre stagioni. “Rimangono” – virgolette d’obbligo – la statunitense Brigetta Barrett, che è del ’90 e vola già a 2,04 e la nuova iridata Svetlana Shkolina, russa pure lei, salita però soltanto l’altro ieri a 2,03.

Di tutto il lotto, Trost non è solo la più giovane, è anche quella di maggiore avvenire, considerati i personali (2,00 indoor e 1,98 outdoor) e ciò che potrà fare. Anche ieri, i media mondiali hanno evidenziato quell’1,97 fallito, però così alto e bello: una sorta di “alfa” di ciò che potrà essere la sua carriera.

Il futuro. L’orizzonte si chiama Zurigo 2014, alias campionati europei. Sarà una riedizione dei Mondiali, perché l’alto femminile parla da sempre la lingua continentale. Lì si potrà vedere qualcosa in più, dalla maggiore esperienza internazionale, a ciò che sarà stato il suo anno, ovvero se la sua media di salti si alzerà.

Su una cosa, Alessia Trost ha ragione: 2,00 e 1,98 sono i picchi, ma la media parla di balzi da 1,93-1,95, ancora troppo poco per dire la propria in campo internazionale. Ecco, a proposito di ribalta mondiale, l’azzurra torna in Italia oggi, ma giovedì sarà a Stoccolma, al Dn Galan, meeting della Diamond League.

Ci saranno (quasi) tutte le reduci della gara dell’altro ieri, si salterà nello stadio più bello e più “storico” di Europa per l’atletica: pensate, risale alle olimpiadi del 1912 ed è pressoché uguale a 100 anni fa.

All’ingresso, due targhe in argento con i record del meeting, tra cui un incredibile 2,07 di Blanka Vlasic. Entrare nel gotha delle arene, respirare altra aria importante, non potrà che far bene alla campionessa pordenonese.

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