Muore con la siringa accanto

L’ex ciclista toscana Ilaria Rinaldi aveva 33 anni. Inchiesta

FIRENZE. È stata trovata morta nella sua abitazione di Pillo di Gambassi Terme, in provincia di Firenze, l’ex ciclista professionista toscana Ilaria Rinaldi. Aveva compiuto 33 anni lo scorso mese di febbraio.

La Rinaldi aveva alle spalle una discreta carriera sia nel ciclismo su strada che nella mountain bike: nel 2007 aveva vinto anche il titolo nazionale di ciclocross under 23 a Lucca e nel 2017 aveva trionfato nella Felciana bike, una gara di mountain bike.

L’ex ciclista toscana nel 2007 era stata sanzionata con una squalifica di due anni per doping dopo essere risultata positiva al testosterone in seguito a un controllo in Germania l’anno prima, al termine di una gara Elite under 23 che si era svolta a Zeulenroda. In precedenza, nel 2004 aveva anche vinto il giro della provincia di Pordenone.

Sulla morte di Ilaria Rinaldi sono in corso accertamenti della Procura della Repubblica di Firenze. Secondo quanto scriveva ieri il quotidiano “Corriere fiorentino”, accanto al corpo senza vita della stessa Rinaldi c’erano un laccio emostatico e siringhe ed è stato richiesto l’esame tossicologico in sede di autopsia. Anche per questo motivo il corpo dell’ex ciclista è stato portato nel reparto di medicina legale dell’ospedale fiorentino di Careggi per conoscere le cause che hanno portato al decesso.

Accertamento che la procura ha inteso disporre ieri. Il sostituto procuratore Paolo Barlucchi ha disposto l’autopsia sul corpo di Ilaria Rinaldi, oltre agli esami tossicologici e delle sostanze rinvenute durante il sopralluogo dei locali interessati.

L’esame medico legale servirà in primis a stabilire le cause che hanno portato al decesso, ma anche per indirizzare gli inquirenti su eventuali piste più precise che potrebbero portare al coinvolgimento di terze persone. Secondo quanto appreso, nella casa i carabinieri avrebbero trovato tracce di sostanze che a un primo esame si sarebbero rivelate oppiacei. Andrà chiarito, quindi, se l’ipotesi di una eventuale sostanza stupefacente sia stata somministrata da qualcuno alla donna o se la stessa si sia procurata la possibile droga agendo spontaneamente e senza la presenza di altre persone.

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