Muriel da centravanti deve abituarsi a prendere le botte

Intimidito subito da Legrottaglie, ha sbagliato partita. A lezione da Di Natale se vuole agire da prima punta

UDINE. È dura la vita del centravanti. L’ha scoperto sabato sera a Catania Luis Muriel e non tanto per la giornataccia nella quale è incappato. Il problema emerso è un altro: il giovane attaccante dell’Udinese ha sofferto gli interventi quasi intimidatori dei difensori del Catania (Legrottaglie in particolare: in campo sono tutti uguali, altro che atleti di Cristo) che, avendo individuato in lui il pericolo numero uno, con un paio di contatti gli hanno fatto subito capire che aria tirava. Sarà stata anche una coincidenza sta di fatto che Muriel ha giocato forse la sua peggiore partita in maglia bianconera.

È vero che ha segnato, ma un gol a partita decisa non può cambiare il giudizio sulla prestazione. Avvertimento. La ginocchiata sulla schiena dopo pochi secondi di Legrottaglie è il classico intervento intimidatorio del difensore (anche Benatia si è fatto sentire subito con Gomez).

Un episodio simile è avvenuto anche nella ripresa (gomitata sul costato davanti alla panchina di Guidolin che in quella circostanza si è lamentato). Muriel è sembrato condizionato da questi episodi: ha giocato in maniera frenetica, non ha quasi mai tenuto il pallone per far salire la squadra e quando veniva innescato spalle alla porta scaricava immediatamente il pallone all’indietro quasi avesse paura dell’entrata dell’aversario. Questo significa che non c’è ancora una predisposizione mentale al sacrificio, alla capacità di prendersi le botte o a imparare ad evitarle come fa Di Natale.

Da evitare anche reazioni come quella con Bellusci che avrebbero potuto costargli l’ammonizione e quindi la squalifica visto che è diffidato. Egoismo. Un difetto non da poco per uno che da grande vuole fare il centravanti. Più comprensibile, ma comunque da correggere, l’incapacità di giocare con la squadra. Per almeno tre volte nel primo tempo Muriel si è intestardito nella giocata individuale finendo per andare a sbattere sul muro siciliano, trascurando i compagni meglio piazzati davanti alla porta.

È accaduto nel primo contropiede quando, servito da Pereyra, non ha favorito la sovrapposizione centrale del compagno; poi altre due occasioni sempre nel primo tempo quando ha ignorato Merkel tentando lo sfondamento centrale. Crescita. I mezzi tecnici ci sono tutti, questo nessuno lo nega, mentre è sicuramente da perfezionare una condizione atletica ancora non felicissima e una capacità di fare le scelte giuste per il bene della squadra.

L’Udinese, con tutto il rispetto non è il Lecce dove si dava la palla a Muriel, Cuadrado e Di Michele e poi dovevano pensarci loro. Luis nel suo processo di crescita dovrà imparare proprio questo: a giocare di più e meglio assieme ai compagni. La crescita per diventare dei grandi calciatori passa anche attraverso questi particolari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto