’Ndrangheta: chiesti 6 anni di carcere per l’ex Udinese Iaquinta

UDINE. Sei anni di carcere. É questa la richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bologna per l’ex attaccante dell’Udinese e della nazionale campione del mondo a Germania 2006 Vincenzo Iaquinta. Sono richieste pesanti quelle arrivate per i 147 imputati del processo Aemilia, il più grande contro la ’ndrangheta mai celebrato nel nord Italia.
Iaquinta, originario di Cutro, in Calabria ma con la famiglia che si era trasferita a Reggiolo quando lui era ancora un adolescente, era arrivato a Udine nell’estate del 2000 e indossò la maglia bianconera per sette stagioni diventando uno degli attaccanti più prolifici in serie A del club friulano con 58 reti messe a segno in 176 gare.
Di lui si ricorda la straordinaria tripletta messa a segno nella prima gara disputata in Champions League dall’Udinese (3-0 in casa contro i greci del Panathinaikos) ma anche i rapporti difficili con i tifosi della curva nell’estate del Mondiale dopo che Vincenzo aveva manifestato il desiderio di cambia squadre.
Rimase per un’altra stagione prima di trasferirsi alla Juventus dove ha giocato fino a gennaio 2012 quando si trasferì al Cesena in quella che di fatto è stata la sua ultima esperienza professionale. Con la maglia della Nazionale ha messo assieme 40 presenze segnando 6 reti, una al Mondiale, quella del 2-0 nella gara d’esordio con il Ghana.
Tra gli imputati c’è anche il padre dell’ex bianconero, Giuseppe Iaquinta, per il quale sono stati chiesti 19 anni. Il capo d’imputazione per l’ex calciatore, che lunedì sera ha partecipato a San Siro alla partita d’addio di Andrea Pirlo, riguarda reati relativi alle armi con l’aggravante mafiosa. Entrambi gli Iaquinta avevano scelto di difendersi con il rito ordinario.
Le richieste di pena più alte sono arrivate per Michele Bolognino (30 anni in ordinario e 18 in abbreviato), Gaetano Blaso (26 anni e 6 mesi in ordinario e 16 in abbreviato) e Pasquale Brescia (14 in ordinario e 4 anni e 6 mesi in abbreviato).
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