«Non si vive di rendita servono grandi sacrifici» FOTO

Patron Pozzo è salito nel ritiro di Arta Terme e ha alzato la tensione per l’Europa «In Bosnia ambiente difficile, ricordo le eliminazioni con Panionios e Salisburgo»
Imponzo 29 luglio 2013 serracchiani udinese Copyright Petrussi Foto Press/Turco
Imponzo 29 luglio 2013 serracchiani udinese Copyright Petrussi Foto Press/Turco

ARTA TERME. «Non credo che la squadra possa correre il rischio di sentirsi troppo brava, anche perchè non le sarà permesso». Gianpaolo Pozzo sbarca nel ritiro di Arta Terme e mette subito le cose in chiaro. Da questo precampionato l’Udinese non ha ricevuto segnali confortanti, ma prima di dare giudizi è il caso di cominciare a giocare partite vere.

E allora ecco che giovedì sera, in occasione del preliminare di Europa League con il Siroki, si cominceranno ad avere le idee più chiare. «Nel calcio non si vive di rendita – sottolinea il patron – , per arrivare in alto bisogna fare grandi sacrifici, nessuno ti regala niente».

Patron Pozzo, il 5-2 di Bergamo non è stato un bel vedere e anche Guidolin se l’è presa un po’ con i giocatori. È preoccupato?

Perdere, specialmente in quel modo, non è mai bello. Abbiamo ricevuto qualche segnale non positivo, ma è meglio prendere uno schiaffone in estate che quando le partite contano.

Giovedì giocherete in Bosnia contro un avversario che giocherà alla morte come se avesse di fronte il Real Madrid. La squadra è pronta?

Sì, ma un pizzico di preoccupazione c’è sempre perchè non è mai piacevole andare a giocare in certi ambienti. Ricordo l’amarezza per le eliminazioni con il Panionios e il Salisburgo. L’avversario non ha grande tradizione, ma basta poco per complicarti una partita e a Bergamo l’abbiamo visto. La squadra dovrà avere la mentalità giusta, consapevole di dover scendere in campo con il coltello tra i denti. Bisognerà correre, e tanto anche.

La squadra è bella e fatta? La rosa è al completo?

Sì, crediamo di aver allestito un gruppo completo e competitivo, ma il calcio è una brutta bestia. La squadra che ha chiuso la scorsa stagione vincendo otto gare di fila non aveva paura di nessuno, è rimasta praticamente la stessa, ma dopo un mese e mezzo di vacanza si ricomincia da zero.

L’obiettivo, quindi, è quello di sempre, ovvero i 40 punti?

Sì e non è un modo di dire. Il campionato bisogna assaggiarlo prima di azzardare qualche previsione.

Il mercaro chiude il 2 settembre. Guidolin può stare tranquillo o rischia di perdere qualche pezzo pregiato?

Il discorso è il solito: se arriva un grande club a chiederti un giocatore non comandi tu, ma lui. I nostri, però, sono tutti giocatori importanti e certi affari si fanno a inizio mercato non alla fine.

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