Ora Guidolin chiede più concentrazione: voglio la mia squadra

«Pronti sulle cose che facciamo, anche quelle semplici». «Sono il responsabile quando non troviamo la giocata»
epa03842394 Udinese head coach Francesco Guidolin show his dejection after the UEFA Europa League play-off second leg match between FC Slovan Liberec and Udinese in Liberec, Czech Republic, 29 August 2013. EPA/SLAVEK RUTA
epa03842394 Udinese head coach Francesco Guidolin show his dejection after the UEFA Europa League play-off second leg match between FC Slovan Liberec and Udinese in Liberec, Czech Republic, 29 August 2013. EPA/SLAVEK RUTA

UDINE. C’è il Parma per l’esordio stagionale dell’Udinese al Friuli, ma la lingua di Francesco Guidolin batte ancora dove il dente duole. L’eliminazione in coppa non è stata infatti ancora somatizzata del tutto, come si è potuto evincere ascoltando le considerazioni del tecnico in risposta ai cronisti che ieri lo hanno incalzato sulle difficoltà dei bianconeri.

Guidolin, dopo quanto visto a Liberec che partita si aspetta dall’Udinese?

«Spero di vedere la mia squadra giocare bene contro un avversario difficile da affrontare, di valore ed esperienza, con alcuni giocatori molto importanti. Sarebbe facile dire che voglio vedere l’Udinese di quando abbiamo giocato a Parma pochi mesi fa, ma vorrei anche ricordare che veniamo da due trasferte nelle quali abbiamo fatto le 3 di notte. A voi non interessa, ma c’è da considerare anche questo. Resta il fatto che dobbiamo essere pronti e cercare di essere concentrati sulle cose che facciamo, a partire dalle cose più semplici che sono poi le cose che indirizzano la partita».

A proposito, anche a Liberec si sono notate le difficoltà di manovra. Sta pensando di cambiare modulo?

«A Liberec abbiamo cambiato modulo passando dal 3-5-2 al 3-4-1-2, e non solo perché si è fatto male Domizzi. Nelle nostre prove cerchiamo sempre di essere pronti ad avere compiti diversi da svolgere. Per quanto riguarda lo sviluppo della manovra, se abbiamo alzato la palla qualche volta di troppo e con imprecisione, è stato dovuto al fatto che non trovavamo il buco per entrare, ci muovevamo poco, o c’era questo intasamento negli ultimi trenta metri, e quelle sono responsabilità mie. Sono io il responsabile e devo fare in modo che la squadra trovi la giocata anche quando ci sono le difficoltà».

Difficoltà agevolate anche da marchiani errori dei singoli...

«I miei giocatori sono i miei eroi. Gli errori li faccio io, e se sbagliano loro vuol dire che non gli ho insegnato bene. Sono io che guido la truppa, quindi continuo a sostenere che probabilmente avrò sbagliato delle cose, tanto ho un’età in cui posso permettermi di guardarmi senza indulgenza e lo voglio fare con serietà e senza fungere da parafulmine. Abbiamo cominciato la stagione male, molto male, perché abbiamo fallito la qualificazione, e adesso dobbiamo resettare e ripartire».

È preoccupato dello stato di forma di Di Natale e della scarsa combattività palesata da Muriel?

«Di Totò non sono preoccupato, assolutamente. Muriel deve fare un percorso di crescita ancora lungo, lo sappiamo, ma l’importante è che lo sappia lui».

Guidolin, col Parma lei taglia il traguardo delle 150 panchine in A con l’Udinese.

«Mi sarebbe piaciuto arrivarci più felice. È un traguardo importante e uno dei tantissimi motivi per cui ho scelto di restare qui. Fermarsi a 148 non era bello. Sono lusingato».

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