Parla Gigi Dre Agostini: «Che emozione veder segnare Michele»

L'ex udinese racconta come ha vissuto la magica notte di Venezia dove il figlio ha dato vita alla rimonta del Pordenone

PORDENONE. «Che emozione vedere segnare mio figlio in serie B». C’è tutta la felicità e l’orgoglio di Gigi De Agostini in queste parole: l’ex calciatore della nazionale, della Juventus e dell’Udinese, esprime tutta la sua gioia dopo il gol di Michele a Venezia, valso l’1-1 del Pordenone nella gara del Penzo (valida per il decimo turno di serie B).

È stato un gol importante, segnato in un momento delicato, che ha permesso alla squadra di rientrare in partita e ha preparato poi la rete decisiva del 2-1 di Strizzolo. «A 35 anni – sottolinea Gigi – ci dà ancora grandi soddisfazioni sia come giocatore sia come persona».

LA VITTORIA

La formazione guidata da Attilio Tesser, compagno di squadra di Gigi De Agostini all’Udinese, è reduce dalla prima, grande, vittoria tra i cadetti della sua storia. «Ha reagito in una situazione complicata da grande squadra – ha detto l’ex azzurro –. Una gara del genere la puoi raddrizzare solo se hai un gruppo unito, uno spogliatoio che lotta per un obiettivo comune: il Pordenone ce l’ha e l’ha dimostrato un’altra volta.

L’aveva già fatto al Bentegodi, col Chievo, quando in doppia inferiorità numerica riuscì a mantenere il pari. È stata l’unico incontro in trasferta a cui ho assistito dal vivo: era un’emozione vedere mio figlio in uno stadio in cui io ho giocato (col Verona, ndr)».

A proposito di match in trasferta, De Agostini confessa di aver visto l’incontro del Penzo sul telefonino tramite la app. «Cosa può fare il Pordenone? A mio avviso deve ragionare partita dopo partita – continua –. Il primo obiettivo deve essere la salvezza, una volta ottenuta si può pensare a qualcosa di più. La base c’è, perché la formazione è unita, un aspetto più importante di tanti altri sotto il punto di vista tecnico. Nella mia carriera i grandi risultati li ho ottenuti quando c’era un codice comune e tutti lo seguivano».

Michele, 36 anni a novembre, è una colonna dello spogliatoio, che di gara in gara sta capendo sempre più la categoria in cui è tornato dopo più di dieci stagioni di assenza. «A volte scherzo quando sento dire che non è un giocatore da B – spiega Gigi –: per me è da A (sorride, ndr). Sono contento di come sta facendo e del fatto che la categoria se l’ha guadagnata da solo e sul campo».

I BIANCONERI

L’ultima battuta è sull’Udinese che sta vivendo un momento difficile: «Quando il migliore in campo è il portiere – spiega – c’è poco da dire. L’aveva vista col Milan e con l’Inter e mi era piaciuta. Ora spero che si risollevi presta e che esca così da questa situazione: serve un cambio di rotta deciso».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto