Per la capitana Ferrara compleanno con la mente a Milano: «Cda, non succede, ma se succede...»

Il libero compie 26 e guarda al match contro la squadra lombarda: «Grazie al pubblico friulano, ci sostiene nonostante le difficoltà»

Alessia Pittoni

Non ama i numeri e le statistiche, ma martedì 28 gennaio compie 26 anni (auguri) e lo fa spronando le compagne alla salvezza. Senza fare calcoli. Martina Ferrara, libera e capitana della Cda Talmassons nel suo primo anno in A1, crede nel lavoro in palestra e nella forza del gruppo e, per la prima volta in carriera, veste la fascia da capitana nella massima serie. Abbiamo raggiunto Ferrara dopo la vittoria casalinga di sabato con Pinerolo che ha riaperto la corsa salvezza.

Martina, intanto buon compleanno, come si fa la capitana in A1?

«Quando mi è stato proposto ho detto subito di sì anche se era la mia prima volta. Mi piace questo parallelismo fra l’esordio della Cda tra le grandi e la mia nuova esperienza da capitana. Non so se c’è una ricetta per farlo bene; quello che so è che ci sto mettendo tutta me stessa. Ho sempre cercato di dare il mio contributo, in campo e fuori, per far crescere il gruppo e su questo sto lavorando anche alla Cda. Anche se non è facile soprattutto quando le vittorie stentano ad arrivare».

E a livello di prestazioni come si valuta?

«Son molto autocritica e so che ci sono tante cose da migliorare, aspetti sui quali sto lavorando sodo assieme alle mie compagne».

Le sue percentuali contro Pinerolo sono molto positive.

«Odio i numeri e le statistiche. Trovo che, soprattutto nei fondamentali di ricezione e difesa, non inquadrino assolutamente la prestazione di un’atleta. Non tengono conto, ad esempio, di quanta porzione di campo una giocatrice in ricezione occupa oppure del lavoro che svolge in copertura».

Sabato contro Pinerolo ha funzionato tutto bene.

«È stato bellissimo poter festeggiare con il nostro pubblico. Arrivavamo da un periodo complicato; quando delle atlete vanno via, ma anche quando ne arrivano di nuove, gli equilibri cambiano e c’è bisogno di un assestamento. Dopo la seconda di ritorno, persa in casa contro Roma, abbiamo capito che la salvezza ci stava scivolando fra le mani; abbiamo risalito la china trovando appunto un nuovo equilibrio dopo la partenza di Shcherban e, nelle ultime partite, stavamo giocando bene. Questa vittoria doveva proprio arrivare».

La classifica in coda è corta. Fate delle previsioni?

«No, dobbiamo pensare esclusivamente a quello che noi possiamo fare per costruire il nostro destino. Certamente se qualche risultato delle avversarie dirette andrà a nostro favore ne saremo felici, ma dobbiamo solo pensare a quello che concretamente possiamo fare noi».

Sabato toccherà a Milano, l’obiettivo è sempre quello di fare punti?

«Sì, stiamo arrivando alla fine del campionato e dobbiamo scendere in campo per cercare di muovere sempre la classifica. Si dice “non capita, ma se capita”; io mi focalizzo sempre sulla seconda pare della frase».

Ci sarà una nuova prima volta per la Cda, che ha organizzato un pullman di tifosi.

«È una cosa fantastica perché il pubblico friulano, nonostante le difficoltà e le sconfitte in casa, anziché diminuire è cresciuto per numeri e per calore. Per noi è molto importante» .

Domenica e lunedì avete riposato; com’è il Friuli in queste grige giornate?

«Come non guardo i numeri, non guardo neppure il clima. Logisticamente è difficile per me tornare a Salerno quindi di solito viene a trovarmi il mio fidanzato e giriamo la regione. Abbiamo visto un po’ di tutto, da Udine a Trieste, da Cividale al Castello di Miramare. E i tramonti qui sono fantastici». —

 

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