Pinzi: partita che vale una stagione
TRIESTE. D’accordo, questo play - off non avrà lo stesso valore degli ultimi due di Champions “bucati” di fila contro Arsenal e Sporting Braga, ma basta ricordarlo a Giampiero Pinzi per capire quanto l’Udinese voglia rifarsi con gli interessi del conto lasciato in sospeso a fine agosto 2012. Allora ci fu la morbida ricaduta in Europa League, cuscinetto che stavolta lo Slovan potrebbe invece togliere da sotto la testa all’Udinese, proiettata pure all’imminente inizio di serie A.
«Questa gara vale una stagione intera, sentiamo molto la responsabilità e saremmo davvero sciocchi a non arrivare al cento per cento». Così parla Pinzi, uno che ha già affrontato e battuto i cechi in finale Intertoto del 2000 contro il Sigma Olomouc: «Ho una certa esperienza di spareggi, ne ho fatti anche con Spalletti e sappiamo che in partite come queste il minimo errore può costare caro. Lo Slovan ha giocato un’ottima gara contro lo Zurigo. In più abbiamo l’incognita legata alla condizione, al fatto che loro hanno disputato qualche partita in più e noi poche gare vere».
Già, perché lo Slovan è rodato da cinque partite di campionato, mentre per l’Udinese il cammino in serie A comincerà solo domenica sera nell’Olimpico del “laziale” Giampiero. A proposito, il centrocampista risponde così in merito alla chiusura della curva Nord biancoazzurra: «Ho letto e dispiace, perché non è calcio senza tifosi: questo è il mio credo. Se c’è qualcuno che ha sbagliato, è giusto che paghi, ma non tutta la tifoseria. Vedere un campo senza tifosi è triste».
Il commento poi si sposta sulla scarsa considerazione per l’Udinese da parte dei media («Non ci considerano tra le prime sette? A me non fa né caldo né freddo, poi c’è più gusto ad arrivare davanti in campionato») e finisce con una speranza personale: «L’anno scorso è stata sfortunato per me. Ho avuto subito l’infortunio che mi ha condizionato la preparazione. Quando poi cercavo di tornare al passo c’era la ricaduta. Quest’anno ho la volontà di tornare ai miei livelli, di riprendere a giocare come due anni fa». (s.m.)
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