Pordenone, gioia e brividi: Maccan segna poi si rompe
MONTEBELLUNA. Subito le buone notizie: il Pordenone parte col piede giusto, rompe il tabù Montebelluna ed esulta per il primo gol neroverde di Maccan. Quelle cattive? L’infortunio allo stesso bomber. Purtroppo sì, per i “ramarri”: il centravanti rimedia una botta al ginocchio, “frutto” di un calcione gratuito di Severgnini (al 91’).
Oggi si saprà di più, lo stesso Denis pare ottimista, ma l’allarme sta a livelli di guardia. Non averlo per mesi renderebbe amari questi 3 punti, splendidi se si pensa che Marano e Triestina, le altre rivali, non li hanno.
Bene così. La paura per Maccan c’è, perché è lui che ha risolto questa gara infinita. In altre parole, è stata la chiave. Angolo di Florean dalla destra, l’ex Brescia ha staccato alto, altissimo: incornata potente, Rigo ha potuto solo guardare.
Un gol che ha subito giustificato l’investimento societario, e che ha tirato giù le serrande. Quanta fatica, però. Il Pordenone aveva iniziato subito bene, ma ha sbagliato tre occasioni nei primi 10’: “si soffre, se non vai subito avanti” – ha detto poi Parlato. Infatti.
Fatica. Nastri, Stocco e Novati (forfait all’ultimo) assenti, ma non importa. I “ramarri” dell’inizio sembravano gol e una chiusura della gara immediata: ficcante, con umiltà da provinciale, ma anche figlio di un 4-3-3 intelligente. Zanardo si muoveva tra le linee, e disturbava. Tutta sua la paternità delle azioni pericolose.
Al 2’ un suo tiro terminato a lato, poi un’infilata per Zubin, con il bomber atterrato (forse rigore?), infine un’altra imbeccata per “Zubo”: peccato che l’italo-croato abbia trovato un super-Rigo, che gli ha respinto il tiro. Morale: tanta roba, zero gol.
Gli spettri della “solita” trasferta a Montebelluna. Continuati poi al 29’ e al 45’, con Rigo a negare altri due tentativi di Zubin.
La svolta. Nella ripresa, il forcing è continuato. Poi al 9’ il Montebelluna è rimasto in 10 (espulso Semenzin), il Pordenone ha tenuto il pallino in mano, ma niente. Allora, tutte le punte dentro: con Zubin e Bardus (uscito Zanardo), dentro Florean e Maccan, Neroverdi col 4-2-4 e con il grande arsenale. Tentativi su tentativi, gara in pugno, ed ecco il gol: l’incornata di Maccan.
Incubi spariti, tabù San Vigilio sfatato, subito la testa della classifica, tante note positive, per essere la prima gara. Ma poi la tegola, la brutta botta al bomber. Quelle odierne saranno ore ricche d’ansia.
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