Il presidente Pedone e il piano dell’Apu per la Serie A: «Un progetto sostenibile e ambizioso»

L’imprenditore ha una dedica speciale per la promozione: «A mamma e papà». «Vogliamo imitare piazze come Trento costruendo una squadra con la filosofia di Vertemati»

Antonio Simeoli
Il presidente dell'Apu Alessandro Pedone (al centro) festeggia la promozione dei suoi. foto Petrussi
Il presidente dell'Apu Alessandro Pedone (al centro) festeggia la promozione dei suoi. foto Petrussi

Il risveglio è dolce come il telefono che una volta acceso trillava i centinaia di messaggi oppure come il dolce ricordo di mamma Piera e papà Francesco cui ha dedicato l’impresa della sua Apu Old Wild West. Perché Alessandro Pedone è un imprenditore milionario che si è fatto dal nulla, eppure mette questa promozione tra le sue creature più belle.

«Mi sono svegliato leggero e costruttivo».

Prima telefonata?

«Dal presidente della Fip Gianni Petrucci».

La seconda?

«Il benvenuto nella Lega di serie A dal presidente Umberto Gandini. Andiamo avanti compatti, come le armate lasciamo nella retroguardia Francesco Maiorana a fare il presidente della Lnp».

UDINE IN SERIE A, IL NOSTRO SPECIALE

Presidente, adesso bisogna restarci nell’Olimpo.

«Abbiamo già fatto una riunione per pianificare il budget. Tra un mese dovremo versare alla Lega 325 mila euro di Fee per l’ingresso e 250 mila di fideiussione, il mancato accesso ai play-off ci costerà 200 mila euro, poi ci sono i premi promozione da pagare...».

Presidente...

«Sì, li pago volentieri. Ma siamo una azienda e continueremo nel nostro progetto sostenibile».

Se la ricorda la prima partita di basket da sponsor?

«Quindici-16 anni fa iniziò tutto dalle palestre di Cussignacco e Lauzacco. Ricordo Graberi incerottato, capitan Riva, i Bullara, poi capitan Confente e la sua mamma Livia che non c’è più. E poi la retrocessione in C, perché non eravamo pronti, la promozione contro Montebelluna e i 1.500 tifosi alla Fiera. L’ingaggio di coach Lardo, la promozione. Il derby vinto a Cividale, la dolorosa diaspora, la ripartenza da zero, l’avvento di Boniciolli, utile a far partire il progetto, e le finali perse, la seconda con Verona terrificante».

Domenica finalmente l’avete messa alle spalle.

«Per vincere bisogna perdere e le sconfitte servono da insegnamento. L’ingaggio di Gracis e Vertemati ha fatto la differenza, già un anno fa avevamo una squadra forte, senza l’infortunio di Clark saremmo andati in finale e avremmo fatto soffrire Trieste».

La società è pronta alla Serie A?

«Abbiamo una divisione sportiva con Andrea Gracis, una finanziaria con Filippo Facile, l’area commerciale con Michele Basso, lavoriamo per investire non per spendere. Prendiamo a modello una piazza come Trento che ha un monte ingaggi vicino al milione e mezzo di euro, sfrutteremo il vantaggio che possiamo lavorare alla nuova squadra già a metà aprile. Parleremo con gli americani piuttosto che con Belgrado per individuare giocatori che sposino la società e il progetto di gioco di Vertemati, che può essere riproposto anche al piano sopra. Niente prime donne. Noi entriamo in punta di piedi in una categoria che ci siamo meritati e in cui vogliamo fare bene».

Il budget raddoppierà?

«No, abbiamo speso oltre 3 milioni quest’anno, certo dovremo ampliarlo, ma a livello contributivo l’aumento dei costi è inferiore al 20 per cento».

Una squadra vincente dovrà essere smembrata, in A1 si gioca con cinque o sei americani.

«Ed è una tristezza. Dopo Pasqua mi siederò al tavolo con Gracis e Vertemati. Ne voglio tenere tanti».

Hickey ha chiesto di poter restare, di solito accade l’inverso.

«Anche la sua famiglia sta bene qui. In settembre Vertemati gli ha detto: tirerai e segnerai meno ma vincerai il campionato. Ci ha preso».

Johnson?

«Non so se resterà ma è stato straordinario e domenica ha giocato pure con un dito della mano rotto.»

Alibegovic avrà la fila tra le big di A2.

«È di Udine, è il capitano. E poi è bello come un adone (risata ndr)».

Ikangi? Da Ros?

«Vedremo, saranno fatte attente riflessioni».

Quale sarà il main sponsor?

«Intanto li ringrazio tutti, ne abbiamo tantissimi, in primis Gabriele Ritossa e Marco Di Giusto. Ecco, loro sosterranno il progetto come sempre e Old Wild West non può non essere il nostro main sponsor nell’èlite dei canestri».

Tre derby, Milano, Virtus: nel mini- Carnera gli abbonamenti costeranno di più...

«Intanto grazie ai nostri fantastici tifosi. Gli abbonamenti avranno un leggero aumento allineati ad altre piazze come Treviso e Trieste».

Il nuovo palasport?

«Ci sono i 23 milioni della Regione, ora tocca a noi e Comune chiudere la pratica».

A Carnera scoperchiato per lavori si giocherà a Gorizia?

«Quando saremo senza tetto ci fasceremo la testa».

Da Cividale vi hanno fatto i complimenti...

«Con la Gsa riportammo noi il baslet lì. È una piazza che merita, ha un grande allenatore. I noti dissapori dovuti alla diaspora manageriale non devono incidere sui valori sportivi».

Ha avuto paura di perderla ancora la Serie A?

«Domenica per 40 minuti, ma ora la posso dedicare a mamma e papà. Ho creato aziende che fatturano milioni, ma un giorno non ci sarò più e i miei soldi anche. La serie A regalata alla mia città resterà per sempre». 

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