Priola, ecco l’ultima salita del Giro 2014
SUTRIO. Poco più di 150 abitanti, 582 metri sul livello del mare, case dall’architettura tipica carnica. Sì, perchè qui nella valle del But siamo nel cuore della Carnia. Benventi a Priola. Una delle sei frazioni di Sutrio. Niente a che vedere con Arabba, Bormio, Sestriere, Cortina, conosciutissimi mostri sacri del turismo che in cent’anni hanno ospitato più volte la sfida finale sui monti tra i favoriti del Giro d’Italia.
Eppure chi vorrà vincere la prossima corsa rosa dovrà passare da Priola e soprattutto fare i conti con la “strada vecja”, come tutti chiamano i 9 chilometri che portano sulla cima dello Zoncolan.
Terzo versante La salita di Priola, il terzo versante del “mostro”, salvo improbabili colpi di scena, come anticipato a fine luglio, sarà l’ultima salita del prossimo Giro d’Italia. Il prossimo 31 maggio, quando i corridori prima dovranno scalare anche lo Zoncolan dal versante “sacro” di Ovaro.
Più di dieci chilometri dai 525 metri di Ovaro ai 1730 dello Zonccolan, con pendenza media suiperiroe al 13% e punte che superano il 20. Quindi la discesa verso Sutrio con i tre chilometri ripidissimi fino al piazzale Moro e poi i 12 della velocissima strada provinciale realizzata negli anni ’70 che porta a valle.
Prima della realizzazione delle prime piste da sci in quota (e della strada) invece la gente di Priola e dintorni, per salire ai pascoli dello Zoncolan e fare fieno, si arrampicava sulla “strada vecja”. Arrampicare, sì è il termine giusto.
Ci siamo saliti in bici la scorsa settimana. E abbiamo avuto conferma di quanto da anni gli appassionati di bici scrivono sui siti specializzati. Perchè sul web impazza la discussione: più difficile scalare lo Zoncolan da Ovaro o da Priola?
Il confronto Le due ascese in quanto a difficoltà sono “testa a testa”. Del muro da Ovaro si è detto con i sei km centrali con punte al 20%, ma i tre chilometri finali (quelli delle tre gallerie) che danno più di qualche punto di respiro con pendenze che si ammorbidiscono attorno al 10%. Pendenze che, per dare un’idea, non si incontrano spesso nelle tappe del Tour de France.
Ma quassù, nel cuore della Carnia, la musica è diversa. E il 10% è quasi pianura...Che dopo Priola non si trova. La salita parte subito forte. Per 5 chilometri, tutti nel bosco, solo qualche tornante dà respiro. La pendenza media supera il 13%, solo oltre quota 1.250 metri si trova un tratto al 10%.
Si sale di quota in un baleno. Ai primi stavoli una sopresa, che sa già tanto di Giro d’Italia. Una squadra di taglialegna è in piena azione per disboscare i lati della strada. «Dobbiamo fare in fretta - ci dicono - qui arriverà il Giro il prossimo anno».
La salita riprende tosta, poi mezzo chilometro di respiro fino alla congiunzione con la strada provinciale che arriva dal piazzale Moro. è la resa dei conti. Qui iniziano i tre km finali con punte del 23%, quelli dell’impresa di Simoni nel 2003 e dell’ultima recita di Pantani. Questi 3 km sono più duri rispetto all’altro versante. L’ultimo è una via Crucis con quelle coltellate al 20%.
I dettagli È questo il terreno in cui si deciderà il prossimo Giro d’Italia. Un campo minato per i ciclisti. Prima la salita più dura d’Europa, poi la seconda salita più dura d’Europa. Mai visto qualcosa di simile.
Oggi Enzo Cainero, il patron delle tappe friulane, sarà a Milano per definire gli ultimi dettagli con Rcs. È sempre abbottonatissimo. Pianificherà nei dettagli la grande giornata di ciclismo e la passerella finale a Trieste del giorno dopo.
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