Pugile con i tatuaggi nazisti: la Federazione lo sospende ora tocca alla Procura

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La Federazione pugilistica italiana ha sospeso il 28enne pugile triestino Michele Broili da ogni attività agonistica sociale e federale: il boxeur, finito al centro di un caso nazionale per i suoi tatuaggi con simboli nazisti esposti in diretta web in occasione del match per il titolo italiano Superpiuma disputato lo scorso sabato al PalaChiarbola di Trieste, non potrà dunque né combattere né allenarsi in palestra. Ma non solo. La Procura federale della Federazione pugilistica italiana ha aperto un procedimento disciplinare a carico di Broili: il boxeur sarà ascoltato lunedì 27 settembre. Nel dettaglio la Fpi fa sapere che il pugile tesserato con l’Ardita Trieste è stato deferito «per presunte gravi violazioni disciplinari». Il pugile paga, da un punto di vista sportivo, l’esposizione di numerosi tatuaggi che rimandano esplicitamente al nazismo. Dal simbolo della divisione Totenkopf (Testa di morto), l’unità paramilitare dedita alla sorveglianza dei campi di concentramento della Germania nazista, all’88, il numero utilizzato dai neonazisti per celebrare il saluto al Führer tedesco, l’Heil Hitler in voga durante il regime nazista. Dalla scritta “Ritorno a Camelot”, nome del raduno nazionale dell’associazione neonazista Veneto Fronte skinheads, alla croce celtica. Questi (alcuni) dei tatuaggi che Michele Broili sfoggia sul suo corpo e che hanno provocato un caso nazionale quando sono comparsi in diretta web in occasione del combattimento di sabato scorso. Rimane invece ancora aperta la possibilità che sul pugile triestino venga aperto anche un fascicolo da parte della Procura della Repubblica. Apologia di fascismo il reato contestabile. —





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