Pullazi suona la carica: «Apu, conta solo vincere»

Il trentunenne non ha dubbi sulla corsa promozione dell’Apu: «Qui c’è una bella atmosfera. E occhio a Pesaro e Bologna»

Giuseppe Pisano
Rei Pullazi ha 31 anni
Rei Pullazi ha 31 anni

«Apu, conta solo vincere». Non ha dubbi Rei Pullazi, innesto in corsa del mercato: a undici giornate dal termine della regular season non è il caso di storcere il naso di fronte a un successo faticoso come quello di sabato scorso contro Livorno.

Pullazi, che aria tira nello spogliatoio in vista del rush finale?

«C’è una bella atmosfera, ma all’obiettivo ci pensiamo il giusto. Sono arrivato da poco, ma mi sento di poter dire che la più grande qualità della squadra è di non aver mai sbracato. Qualche sconfitta ci sta, il campionato è lungo e difficile. Questo è un periodo in cui solitamente si cominciano a preparare i play-off, ma questa formula impone di stare sul pezzo e vincere ogni partita».

Come vivete questo periodo con rinvii a raffica e recuperi a singhiozzo?

«È un campionato atipico. Ci sono settimane in cui ci alleniamo duramente e altre in cui dobbiamo gestire le energie per il turno infrasettimanale. Non ho mai vissuto una stagione simile. Ben venga il rinvio con l’Urania, possiamo ricaricare le batterie».

La vittoria sofferta con Livorno è figlia di questa situazione?

«Anche. L’anno scorso a Trapani vincemmo 17 partite di fila, ma ci sono periodi in cui vinci di 20 punti e altre in cui vinci soffrendo. Un calo fisiologico è normale. Inoltre capita di affrontare squadre di bassa classifica che non hanno nulla da perdere sul campo della capolista: per loro il pallone è leggero, per noi più pesante».

Sarà così anche domenica contro l’Assigeco?

«Sì, loro saranno leggeri, con l’energia di una squadra giovane. Non aspettiamoci una passeggiata, se dovessimo vincere di un punto, niente drammi. Mancano 11 gare alla fine, pensiamo a come vincerle. Conta solo quello, io firmerei per undici successi di un punto. Saranno tutte finali».

La corsa per la promozione diretta è ristretta a quattro squadre?

«La mia sensazione è che bisogna stare attenti anche a squadre un po’ attardate come Pesaro e Bologna. Cantù sembrava in crisi nera e ha ripreso a vincere. Io vedo una corsa aperta a sei squadre».

Come procede il suo ambientamento in Friuli?

«Benissimo. A Udine c’è un centro bellissimo e con queste belle giornate con mia moglie sto scoprendo posti nuovi: l’altro giorno siamo stati a Tarvisio sulla neve, poi ai laghi di Fusine. Stupendo».

Nella conferenza di presentazione diede appuntamento al 27 aprile».

«A tutti continuo a ripetere “27 aprile”. È quasi un’ossessione». 

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