«Quando ho fatto da caddie a Mike»

L’intervista a Luigi Paolillo, il maestro del golf club Grado

di Gian Paolo Polesini

GRADO

Luigi por ta un cognome sinonimo di golf, Paolillo. Una dinastia di professionisti con un palmarès unico nella storia dei ferri&bastoni all’italiana. A 14 anni è già nazionale, a 18 diventa pro. «Non ho scelto l’insegnamento - dice - è stato lui a scegliere me». Adesso maestro Luigi, cinquantasettenne, dirige la Academy del Golf di Grado, ennesima tappa di una carriera celebrata. «Sette anni ad Albarella, sei a Vicenza, sette a Grado, sei a Chiesiellis e nuovamente a migliorare swing sull’isola d’oro». In uno dei tanti diari di vita c’è un segnalibro preciso, il ricordo lo merita: «Ero ragazzino - scava nella memoria Paolillo - e mi aggiravo per l’Arenzano golf, in provincia di Genova. Un giorno arriva Mike Bongiorno, sarà stato il 1963. Chiede in segreteria se c’è qualcuno disponibile a portargli la sacca. E così mi ritrovo alla buca numero uno al fianco dal grande presentatore, tutto preso a scegliere per lui i bastoni migliori. Un’emozione indimenticabile».

- La sua filosofia?

«Pazienza e allenamento, non occorre chissà quale ricetta. È uno sport difficile, inutile. A guardarlo in tv sembra un giochetto da ragazzi, poi quando sei tu a lanciare la pallina ti accorgi di quanto equilibro, concentrazione e tecnica serva per giocare bene».

- C’è sempre più una gioventù che cresce bene...

«Questo conforta, eccome. Nella mia Academy gestisco duecento ragazzi e ce ne sono alcuni col talento nelle mani, come Mauro, Davide e Giovanni. Con gli junior si lavora magnificamente. Ti ascoltano, si fidano di te, s’instaura un rapporto bellissimo».

- Siamo usciti definitivamente dal tunnel del golf sport d’elite, diciamo bene?

«Altroché. Se pratichi lo sci con costanza ti costa forse di più. Eppure nessuno si è mai sognato di classificarlo fra le discipline per pochi ricchi. Ormai da tempo chiunque può permetterselo, anche con l’aiuto dei club che propongono quote annuali abbordabili».

- Se dovesse inventarsi uno spot, su quale immagine insisterebbe?

«Su quanto bene fa alla salute. Noi dovremmo fare diecimila passi al giorno per tenere in forma il cuore. Ecco, con il golf si cammina tantissimo e non ci annoia. E, in più, hai a tiro di sguardo una natura meravigliosa».

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