Quel contratto lungo che tormenta Totò

Udinese, Pozzo vuole prolungare fino al 2015, lui cerca delle risposte

UDINE. Due giorni nella casa di Forte dei Marmi per respirare un po’ d’aria del Tirreno e meditare sul futuro. Un futuro che tormenta Totò. No, non è colpa del rigore che il capitano ha sbagliato sabato scorso, contro il Bologna, bloccando sul nascere il tentativo di rimonta dell’Udinese. I tormenti di Di Natale sono legati al suo futuro, nonostante abbia un contratto in essere che scadrà soltanto il 30 giugno del prossimo anno. E che Gianpaolo Pozzo in persona gli abbia chiesto da tempo di “allungare” la carriera agonistica fino al 2015.

Il presente. Totò voleva ripartire di gran carriera, contro il Bologna. Dopo l’affaticamento muscolare che l’ha costretto ai box contro il Catania, il numero 10 bianconero aveva espresso il desiderio, a chi gli sta vicino, di ricominciare con l’amato vizietto del gol: davanti c’erano due appuntamenti casalinghi con i rossoblù e il Chievo, perchè non sperare in una vendemmia primaverile?

Il problema che, dopo una rincorsa per rimettersi in pari con i compagni, dopo un test positivo a metà settimana, Di Natale si è ritrovato a fare da centravanti su un terreno a dir poco pesante, un’autentica colla per un raffinato peso leggero come il capitano dell’Udinese. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: Totò è arrivato al rush finale con la lingua a penzoloni e il rigore sbagliato, quasi un passaggio, è figlio di queste premesse.

Si riparte. Da oggi, conoscendo il carattere di Di Natale, c’è da credere che metterà nel mirino il Chievo per togliersi di dosso la delusione. E per mettere un’altra tacca sul proprio “fucile”, nella speranza di arrivare anche alla fine di questa stagione a quota 20. Ma non scambiate questo obiettivo come una prova che Totò vuole superare per capire cosa fare il prossimo anno. Il punto è un altro ed è legato al dopo-calcio giocato di Di Natale.

Il contratto. Come accennato, infatti, Totò ha già un accordo per la stagione che verrà e sa di essere in grado di garantire un rendimento elevato, anche se il suo impiego dovrà essere centellinato, calibrato meglio, sfruttando una rosa più ampia in attacco. Non dovrebbe essere un problema visto il numero di cartellini che controlla l’Udinese. Il nodo riguarda piuttosto la stagione successiva, quella ancora da contrattualizzare: Totò vorrebbe sfruttare l’occasione per capire cosa potrà fare nell’Udinese anche più in là nel tempo.

Non è un mistero che abbia partecipato ai corsi per diventare allenatore. Non è un mistero che sia attivo con le sue scuole calcio. Insomma, Di Natale vorrebbe capire se interessa all’Udinese solo come giocatore fino al 2015. Fosse così potrebbe anche decidere di chiudere con il calcio giocato prima.

Le mosse. Sono tutti argomenti sul tappeto che andranno affrontati nelle prossime settimane. Non per nulla il procuratore di Totò, Bruno Carpeggiani, è già stato avvistato in sede all’Udinese una decina di giorni fa. Tornerà in Friuli entro breve per un colloquio con Pozzo. Forse soltanto dopo Totò riuscirà a recuperare un po’ serenità. È difficile continuare a fare i numeri in campo quando in ballo ci sono delle scelte di vita. È un campione in carne e ossa, mica una macchina.

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