Riecco Baù: "La Sacilese è mia". Ma Rubino risponde con le carte
SACILE. È tornato a parlare Francesco Baù. Attraverso un intervento pubblicato dal sito notiziariocalcio.com, in cui rivendica la proprietà della Sacilese, nonostante la cordata romana capeggiata da Pino Ielo abbia già comunicato – con documenti alla mano – di aver definito il passaggio delle quote lo scorso 27 gennaio.
Baù ripercorre le tappe della cessione, a suo dire non ancora perfezionata: «Il preliminare è stato firmato di comune accordo il 16 dicembre 2015 e registrato dal notaio. Tale preliminare è regolato da premesse e punti: vi sono delle clausole in cui le parti si tutelano.
Soprattutto quella cessionaria, avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non mantenere l’obbligo preso, dandone comunicazione scritta entro il quarantacinquesimo giorno successivo alla data della stipula del preliminare, motivando la decisione.
Tale clausola è stata voluta dalla parte cessionaria, per poter analizzare le passività a bilancio (nel preliminare è scritto chiaramente che la società al momento era gravata da debiti) e qualora la stessa avesse riscontrato anomalie, avrebbe quindi potuto rendere nullo il preliminare. Non avendo fatto ciò, avrebbe dovuto convocarmi dal notaio, per la stesura del definitivo, alle condizioni che il preliminare riporta».
Ma ciò, secondo Baù, non è avvenuto, cosicché lui si è rivolto all’agenzia di mediazione L.G. Sport&Management, conferendogli il mandato a vendere la Sacilese: «E – tiene a precisare – tale procura è l’unico documento da me firmato dopo il preliminare».
Qui la questione si complica. Perché la nuova proprietà ieri ha pubblicato sul sito ufficiale della Sacilese la procura redatta dal notaio Giovanni Vicini di Roma, con cui Francesco Baù avrebbe concesso ad Andrea Giusti, componente della cordata romana, una procura speciale datata 23 dicembre 2015 (ovvero una settimana dopo il preliminare) con cui gli attribuiva il potere, tra gli altri, di vendere «l’intera quota di partecipazione» nella Sacilese, «con facoltà, per il nominato procuratore (Andrea Giusti, ndr) di contrarre anche con se stesso». E questo ha fatto Giusti il 27 gennaio scorso.
«Nella totale trasparenza che ha contraddistinto la nuova proprietà – fanno sapere la presidente Rubino e soci – dopo l’ennesima dichiarazione falsa del dottor Baù, rendiamo pubblici gli atti che attestano il passaggio di proprietà tramite una procura speciale e la cessione delle quote».
La diatriba potrebbe spingersi sino alle aule di tribunale (dove Baù ha annunciato di voler portare chiunque si sia reso «responsabile di affermazioni destituite di ogni fondamento»), anche se dall’agenzia L.G. assicurano: «I nostri legali faranno l’ultimo tentativo per procedere in modo amichevole».
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