Sappada, festa per il “poker d’assi”: trent’anni dopo la storica staffetta 4x1000 di Lillehammer

Aneddoti, risate e commozione. Irrompe Tomba in videochiamata: «Avete fatto la storia»

Antonio Simeoli
Eccoli De Zolt, Albarello, Vanzetta e Fauner a Sappada: a destra esattamente trent’anni prima a Lillehammer (Foto Solero)
Eccoli De Zolt, Albarello, Vanzetta e Fauner a Sappada: a destra esattamente trent’anni prima a Lillehammer (Foto Solero)

Come se lo abbracciava Maurilio De Zolt il suo “Sissio” Fauner, quello che sognava di girare il mondo da piccolo come faceva il suo mito che poteva esser suo papà, appena tagliato il traguardo della staffetta 4x100 alle Olimpiadi di Lillehammer.

Il filmato, proiettato all’inizio della festa per i 30 anni da uno degli ori più belli della storia dello sport italiano, ha fatto venire la pelle d’oca a Cima Sappada. Con la medaglia d’oro al collo si sono presentati poi, accolti da un applauso della sala strapiena (l’evento era a invito, peccato non aver a disposizione una location più grande e aperta a tutti), i quattro moschettieri Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner.

«Che grande applauso - ha detto “grillo” De Zolt - sono emozionato, quasi come a Lillehammer. Sono contento di esser qui con il Silvio, il Giorgio e il Marco». Fantastico, ha detto proprio così. Poche parole per lui, che con gli sci saltellava come un grillo. «È stata una vittoria di squadra - ha detto Albarello - bravi i tecnici, gli skiman, bravi tutti noi a gestire la tensione. Eravamo una squadra coesa e compatta». Fauner: «Eravamo soprattutto un gruppo di amici».

L’industriale Guido Barilla e gli eroi di Lillehammer con Gabriella Paruzzi e Lisa Vittozzi (foto Solero)
L’industriale Guido Barilla e gli eroi di Lillehammer con Gabriella Paruzzi e Lisa Vittozzi (foto Solero)

Tutti dicono: l’unico che non era teso era De Zolt, il nonno dei Giochi con i suoi 43 anni. «Io meno teso? Mica tanto, ero teso anche io. E non e’ vero che avrei dovuto perdere solo 10 secondi, e invece ne ho persi solo 9, ma il patto erano 30 e in palio c’era una bottiglia di vino». Risate. Ride in prima fila il dt Sandro Vanoi, il “Masterchef” di quei campioni.

«Fermo lì, Grillo, guarda che di secondi ne hai persi 9”8”», ribatte Albarello. Che spasso. Come quando Fauner racconta la sua volata contro super Daehlie davanti a 200 mila persone che chiamavano gli azzurri “spaghetti e maccheroni”. E via avanti per un’ora con battute e risate. Che bello. Come quando direttore tecnico e staff raccontano i dietro le quinte di quel quartetto con quella volta che De Zolt, dopo centinaia di km di allenamento in Scandinavia, si ricaricò col Prosecco. C’è anche Guido Barilla, presidente della multinazionale della pasta. Fotografa, fa video. Torna indietro di 30 anni, quando la sua azienda sponsorizzò lo sci italiano, Tomba in testa, nel suo momento migliore di sempre. «Per me è un onore essere qui - ha detto l’industriale – per me è stata la più bella giornata di sport di sempre. Ho provato una delle gioie più pure della mia vita».

Già, Tomba. Irrompe l’Albertone in videochiamata. «Ero lì a vedere la loro gara, alla mio slalom d’argento c’erano 20 mila persone, da questi eroi 200 mila. Grandi azzurri. Ciao De Zolt? Hai già festeggiato gli 80 anni?», e giù risate. È il solito Albertone: «E via tutti a casa i norvegesi grazie a quegli eroi. Cominciate pure la festa, io arrivo».

In sala c’è un’altra campionessa olimpica, Gabriella Paruzzi, e c’è la fresca eroina dei Mondiali di biathlon, Lisa Vittozzi, gloria di Sappada assieme a Fauner, legata a filo doppio a quella impresa. «In Norvegia c’era anche mio nonno Sergio tra i tifosi - ha detto - seguiva le gare di Coppa, andò anche in Canada. La loro impresa è sempre stata da stimolo per raggiungere i miei sogni sin da bimba». Stefano Longo, vicepresidente Fisi, è commosso: «Andrò a casa e rivedrò quella magica gara, ed è bello che qui a Sappada la tradizione continui con una splendida atleta come Lisa».

Detto che Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Valle D’Aosta, o alla festa o attraverso messaggi, ieri hanno celebrato i loro 4 moschettieri, chiusura, stavolta grazie a un videomessaggio, quello del presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Quell’impresa mi ha fece conoscere uno sport straordinario come il fondo. Abbiamo sbancato la Norvegia. È stata una delle più belle vittorie della storia dello sport italiano. Ci avete commosso». È vero. Lo sport sa anche commuovere. E quest’estate ci sono le Olimpiadi a Parigi. Che goduria.

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