Scudetto 1896, la Figc apre uno spiraglio

UDINE. Prosegue a ritmo sostenuto la raccolta di firme on line per il riconoscimento dello scudetto vinto dall’Udinese nel 1896: ieri sera era già stata superata quota 1.300.
L’eco dell’iniziativa è già arrivato a Roma nelle sedi federali, dove oggi ci sarà anche il presidente del Comitato regionale della Figc Lnd Gianni Toffoletto, che si è impegnato a parlarne direttamente con il presidente Carlo Tavecchio. In questi giorni nella capitale c’è anche il consigliere federale Renzo Burelli, che ha già sondato il terreno tra gli uffici della Figc.
«La sensibilità c’è - spiega -, e io sono il primo ad essere d’accordo sul fatto che sarebbe una cosa bella il riconoscimento di questo primo scudetto. Aggiungo anche, però, che l’Udinese lo scudetto se lo merita per quanto sta facendo in questi anni, partendo dalla costruzione del nuovo stadio e proseguendo con i successi raggiunti finora. Ho già parlato con gli uffici federali preposti che attendono di ricevere la petizione e di capire quale sia la richiesta. Un ostacolo potrebbe essere la mancanza di documentazione, perché parliamo comunque di un evento che risale al 1896. In ogni caso la disponibilità c’è, anche perché sarebbe un gesto per rendere merito all’Udinese di oggi».
Tentare non nuoce, quindi, e vedersi riconoscere il titolo italiano non dispiacerebbe nemmeno alla società, che si dice pronta a dare il proprio contributo nel caso fosse necessario.
«È qualcosa di affascinante - dichiara il ds bianconero Cristiano Giaretta -, e se sarà richiesto alla società un intervento non ci tireremo indietro. È molto bello che i friulani si trovino d’accordo per rivendicare questo titolo: è la conferma di un senso di appartenenza a questa terra che è un pregio importante».
E poco importa se il drappo dei vincitori, quello ritratto nelle foto d’epoca della squadra campione d’Italia, sia andato perso tra le mani dei soldati austrotedeschi dopo la disfatta di Caporetto: potrebbe sempre essere riprodotto ed esposto nel futuro museo dello sport all’interno del nuovo Friuli.
Nel frattempo c’è anche chi ha deciso di raccogliere in un libro, che è in lavorazione, documenti e ricerche sul calcio delle origini, convinto che questo gioco, come oggi lo conosciamo, non abbia avuto origine a Genova, ma proprio in Friuli.
Secondo Renato Favretto, di Azzano Decimo, infatti, solo la squadra udinese era composta da giocatori esclusivamente italiani - a differenza di quelli del Genoa che erano di origine inglese - e per questo merita di essere madre del calcio moderno nostrano.
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