Stefano e il mondo ai piedi, a soli 18 anni: è di Majano il nuovo campione mondiale di ciclocross
Festa a Farla, a casa del neo iridato juniores: per “Van der Viezzi” anche la festa di compleanno a sorpresa

MAJANO. Il mondo di Viezzi a 18 anni, compiuti il 5 febbraio, è un’elegante villa a Farla di Majano. Il mondo del neocampione del mondo juniores di ciclocross è fatto di papà Luigi e mamma Michela. Dal primo, che ha un’azienda di marmi, il bimbo d’oro del ciclismo italiano ha preso la durezza, la tenacia; dalla mamma, affaccendata in mille cose, la multidisciplinarietà.
Il mondo di Stefano è fatto delle sorelle Elisa e Alice e della fidanzatina Emma, conosciuta sui campi di gara, che da Bassano del Grappa si è sciroppata con la mamma dieci ore d’auto domenica per andare a godersi a Tabor in Repubblica Ceca l’impresa del suo amato.

Il mondo di Stefano è fatto dei nonni Bruno e Valentino, che il 5 febbraio mattina, alle 6.30, sono andati come sempre in edicola a comprare il Messaggero Veneto e si sono trovati il nipote campione in prima pagina. O di nonna Marisa che gli cucina il frico, il suo piatto preferito, anche se bisogna dirlo sottovoce perchè il bravo preparatore atletico Mattia Pezzarini, per la dieta del suo assistito, che si coccola con lo sguardo, avrebbe ben altri programmi.

Insomma, il 5 febbraio sera siamo stati a casa Viezzi, in quello che per il campioncino era il giorno del diciottesimo compleanno, da festeggiare 24 ore dopo il trionfo mondiale. Sul tavolo in marmo della cucina c’è la Coppa del mondo conquistata una settimana prima.
Sul pavimento, sempre in marmo, altri trofei. Eccola la medaglia di Tamor, ecco la maglia iridata sogno d’ogni corridore. «Il mio mondo – spiega Stefano, che la timidezza la spazza via in gara quando sguscia nel fango con una classe per cui già ora viene chiamato Van der Viezzi, in onore di Mathieu Van der Poel – è una grande passione per il ciclismo che vorrei farla diventare un lavoro. Frequento il quarto anno del liceo sportivo Volta di Udine: me la cavo anche se va decisamente meglio in bici. Adoro le passeggiare in montagna o sciare».

Il luogo del cuore? «Lo Zoncolan, ci vado in bici d’estate ad allenarmi partendo da qui, oppure su quei sentieri mi alleno in mountain bike».

Sì, perchè, come tutti i corridori della nuova generazione, il mondo di Viezzi è fatto di tanti mondi: mountain bike, ciclocross, strada.
Racconta mamma Michela: «Prima corsa a Venzone e subito una coppa, aveva sette anni, aveva appena iniziato a correre perchè lo faceva il suo amico Samuel».

Poi tre anni alla Jam’s Bike, la squadra bujese di Zontone e Milan (e questa storia somigia molto a quella, magnifica, di Jonathan, il samurai di Tokyo 2021) e sette alla Libertas Ceresetto, prima di approdare alla Dp66, che vuol dire Daniele Pontoni ora ct azzurro uno di casa. «A Ceresetto mio figlio ha trovato una famiglia – racconta papà Luigi – hanno sempre creduto nella multidisciplinaarietà».
Il mondo di Stefano sono anche la cugina Ilaria Tambosco, pure lei azzurra e domenica 4 febbraio 38ª al Mondiale juniores o Sara Casasola, l’altra campionessa di Majano, una sorella acquisita, 6ª tra le élite. «Può diventare un grande cronoman su strada, un corridore da classiche, quest’estate sarà importante per gli appuntamenti anche in mountain bike», dice il preparatore.
Nel mondo di Stefano ci sono anche due idoli: «Lui, Vdp, che vince la maglia iridata su strada e nel fuoristrada. Ma ammiro anche Milan, che mi ha subito mandato un messaggio per congratularsi». E poi: «Non seguo il calcio, ma amo Ronaldo: Messi è talento puro, Cristiano si è costruito anche con il lavoro».
Il mondo di Viezzi, che ha già fuori casa la fila dei top team del ciclismo per accaparrarselo («andrà dove si diverte», dicono i genitori, i nonni annuiscono) sono pochi social, musica Trap, la natura e tanti amici. Che ieri sera, mentre lui ci raccontava il suo mondo, gli hanno preparato una sorpresona in taverna.
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