«Stregata da Balbo ma solo Totò mi fece piangere»

Giorgia Bortolossi, volto di Udinese tv, tra ricordi e aneddoti «Mi emozionai quando annunciò il ritiro, De Canio mi riprese»

UDINE. Giorgia, come è nata la sua passione per il calcio?

«Mio papà Enrico è sempre stato un grande tifoso dell’Udinese. Un giorno gli chiesi di portarmi al Moretti a vedere un allenamento, qualche tempo dopo lo “obbligai” ad andare allo stadio Friuli».

Il suo idolo?

«Abel Balbo. Avevo il suo poster in camera, esultante verso la curva con i capelli lunghi. Bellissimo».

Il primo giorno di lavoro?

«Fu Lorenzo Petiziol a chiedermi se me la sentivo di fare sport. Accettai e mi mandarono al Friuli. Fermai Di Michele per un’intervista e questo alla prima domanda sparò: “Non capisco perchè hanno speso tanti soldi per me per poi tenermi in panchina”. Non sapevo che altre domande fare. Non male come battesimo».

Il giocatore più facile da intervistare?

«Tutti i grandi capitani, da Bertotto a Sensini. Erano uomini di sostanza, ti davano sempre “materiale” che poi era motivo di discussione. Con loro portavi sempre a casa qualcosa».

Secondo lei quello del calcio è ancora un mondo prettamente maschilista?

«Oggi si è molto più aperto alle donne, inizialmente non era così. Era opinione comune che ne capissero di meno».

Ha mai ricevuto qualche battuta infelice?

«È capitato nei primi anni con un allenatore. Non chiedetemi il nome».

Come definirebbe l’attuale momento dell’Udinese?

«Delicato, difficile. Ci siamo dentro da un po’ di anni ed è questo che lo aggrava. Spero che Delneri porti serenità e feeling con l’ambiente».

Come giudica la scelta della Nord di abbandonare la curva durante la gara con la Lazio?

«Non c’ero allo stadio e quindi è difficile giudicare. Però quello che ho visto lo scorso anno da parte dei tifosi è qualcosa di incredibile. In ogni caso la portesta finchè è civile ci può stare».

Lei ha sposato un calciatore, Simone Motta. In casa parlate di pallone?

«Sì, guardiamo anche le partite assieme e lui mi offre anche qualche spiegazione a livello tattico. Ho vissuto il calcio anche dall’altra parte con Simone esaltato e criticato dai miei colleghi. Questo mi ha completata perchè mi aiuta ad avere equilibrio e mi ricorda che abbiamo sempre a che fare con delle persone».

Il giocatore più bello?

«Mio marito, ovvio».

Il più sexy?

«Quelli di personalità, carisma. I numeri 10 come Baggio, Totti, Del Piero».

La gaffe che ricorda di più?

«Dopo una partita andata male, con Guidolin tesissimo che non vedeva l’ora di andarsene. Gli chiesi: “Mister, sono stati 90 mesi di sofferenza”. Il giorno dopo finii su “Striscia la notizia”».

L’ultima emozione?

«Ne scelgo due. La prima: il gol nº 200 di Totò in A. Ero a bordocampo La seconda: quando Di Natale ha annunciato l’addio al calcio. Io ho vissuto tutti i suoi 13 anni a Udine e in quel momento mi tolse il fiato e mi scese la lacrimuccia. De Canio mi riprese, pazienza». (m.m.)

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