TAVIAN SAPEVA CHE ERA L’ORA DI EVANGELISTA

Pensatela come meglio volete, ma l’uomo partita di Udinese-Genoa è un ragazzotto paulista che di nome fa Santana de Oliveira Lucas Evangelista. Perché? Presto detto. Alzi la mano chi di voi si aspettava di vederlo in campo fin dall’inizio. Pochi, pochissimi per non dire nessuno. Tranne, ovviamente, Sotutto Tavian che con il suo bel sorriso ci dice papale papale che lui sì che se lo aspettava. Marco è sempre così: ogni cosa che succede attorno a lui e all’Udinese gli pare ovvia e prevedibile, tanto che noi, al suo cospetto, ci sentiamo un po’ ignoranti per non dire peggio. Per fortuna ci sentiamo in buona compagnia quando Massimo Campazzo non vede l’ora di dare la notizia a Fedele appena arrivato negli studi di Udinese TV: «Adriano, hai saputo? Gioca Lucas Evangelista!» «Chi?», è l’inopportunamente schietta risposta. Ma del resto Adriano non ha peli sulla lingua e chiama le cose con il loro vero nome! Per lui le stupidaggini sono tutte «cazzate» e te lo dice in diretta con naturalezza e frequenza disarmanti.
Se la partita, come ieri, lo annoia un po’ non lesina sbadigli in faccia a noi tapini telespettatori. E del resto poco prima non è che di Evangelista avesse dato un ritratto lusinghiero Marco Canciani: «Ha tante qualità, ma non emerge in nessuna, non è un trequartista, non è una mezzala ….» È almeno un giocatore, ci verrebbe da chiedergli?
Per fortuna che il diretto interessato sul campo dimostrerà di esserlo. Come se non bastasse riascoltatevi la telecronaca di Sky. D’accordo, Marina Presello a bordo campo ci ha provato a dirglielo a Polizzi e a Minotti, ma loro hanno continuato imperterriti. A fare cosa? Non contenti di cambiare a piacimento gli accenti sui nomi dei nostri giocatori, i due hanno deciso che Evangelista si chiama Lucas e basta. Sulla maglietta è scritto L. Evangelista, sulla grafica delle formazioni è annunciato come L. Evangelista, ma per loro è Lucas. Punto e basta. Del resto a Minotti una ripassatina alle frazioni non farebbe male: «Mancano Jankto e Fofana tre quarti del centrocampo titolare». No, scusa Minotti, ma se giochiamo a tre loro sono due terzi, se giochiamo a quattro sono la metà, non ti pare?
Lucas, per dirla alla Polizzi, tiene banco anche a Telefriuli, quando Andrea Ioime prova a farci sorridere: «Se non gioca un Evangelista all’inizio della settimana santa, quando gioca?». Ma insistere troppo sul nostro numero 95 vorrebbe dire non dare merito ai bianconeri di Delneri che hanno spazzato via il Grifone con cotanta superiorità da ispirare la coppia di Sky per ogni gol segnato: «Gran gol di De Pòl – con tanto di rima – nono gol del numero nove – con tanto di gioco di parole». E il 3-0? Quello non era un gol, ma un gioiellino regalatoci dentro all’uovo di Pasqua da un ex portiere brasiliano chiamato Rubinho.
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