Tiri da tre, difesa e compattezza: i marchi di fabbrica dell’Apu
Con Cantù e Rieti tagliate fuori, per la promozione diretta resta in corsa solo Rimini. Ma la parola d’ordine resta non sottovalutare nessuno

Colpita e affondata. Anche Cantù, dopo Rieti, è stata costretta ad alzare bandiera bianca al cospetto della capolista Apu: nel giro di quattro giorni la squadra di Vertemati ha sconfitto e tagliato fuori dalla corsa alla promozione diretta due delle tre antagoniste rimaste. Resta in corsa solo Rimini, che non se la passa affatto bene ma ha vinto di 15 punti all’andata e deve passare al Carnera: anche per questo in casa bianconera le dichiarazioni post vittoria sono improntate alla massima prudenza.
Pompieri
«Ci aspettano otto finali», «quella di Orzinuovi sarà la gara più importante della stagione» e «può accadere ancora di tutto» sono alcune delle frasi pronunciate dall’entourage bianconero ai microfoni pochi minuti dopo il successo contro Cantù. Si getta acqua sul fuoco e non potrebbe essere altrimenti, perché sentirsi già arrivati sarebbe pericoloso quando al termine della stagione regolare mancano ancora quasi due mesi.
In questo torneo di A2 i pericoli sono sempre dietro l’angolo, basti pensare alle avversarie che affronteranno Udine da qui alla fine: Orzinuovi, Cremona, Fortitudo, Urania, Cento e Torino sono in salute e domenica hanno vinto, Rimini e Pesaro sono in calando ma restano due big. I punti che servono per compiere il grande salto vanno sudati tutti.
Triple
Nella sfida fra il miglior attacco e la miglior difesa l’Apu ha puntato tutto o quasi sul pezzo forte del proprio repertorio, il tiro da tre punti. Su 62 conclusioni effettuate, ben 44 sono state scoccate dalla lunga distanza con un ottimo 43%. Le 19 triple messe a segno dai bianconeri, di cui 12 nella prima metà di gara, hanno colmato il gap alla voce “punti in area”, dove Cantù ha vinto la sfida per 34-14 in virtù di una maggior fisicità contro un’Apu che di fatto ha giocato quasi tutto il match senza un centro di ruolo.
Ben otto i giocatori udinesi che hanno colpito da oltre l’arco, a conferma che questa è una squadra molto perimetrale, in grado di colpire con molti interpreti e soprattutto con conclusioni ben costruite: soprattutto nel primo tempo si è visto un eccellente circolazione di palla che ha permesso di tirare spesso con i piedi per terra, senza forzare. Piaccia o no, questo è il marchio di fabbrica della squadra da quando c’è Vertemati in panchina e i risultati gli stanno dando ampiamente ragione.
Gruppo
Attribuire il primato dell’Apu al gioco perimetrale sarebbe però riduttivo. Nelle due partite più importanti della stagione Alibegovic e compagni hanno saputo soffrire nei momenti più difficili e piazzare la zampata vincente nei minuti finali con grande lucidità.
Hickey è l’uomo dei canestri pesanti, ma è giusto sottolineare la crescita costante di Johnson, sempre più determinante: i suoi rimbalzi offensivi sono stati puro ossigeno in un momento in cui si faceva fatica a segnare da fuori. Così come vanno ricordati i meriti del tuttofare Ikangi, del regista aggiunto Da Ros e dell’ultimo arrivato Pepe. La panchina lunga, con dieci uomini da ruotare in un campionato lungo ed estenuante, è un’altra scelta vincente del binomio Vertemati-Gracis.
Mercato
Fra due turni, dopo la parentesi Coppa Italia, l’Apu andrà a giocare sul campo della Juvi Cremona che ieri ha messo a segno un importante colpo di mercato: preso il play-guardia ex Brindisi Eric Washington. L’innesto è mirato a sostituire Ivan Almeida e sopperire all’infortunio del capitano Lorenzo Tortù. Massima attenzione, ogni partita nasconde delle trappole.
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