Totò Di Natale è sicuro: «L’Udinese? Si rialzerà»

Parla l’attaccante più prolifico della storia bianconera che compie 46 anni: «I tifosi stiano vicini alla squadra. Pozzo, se servirà, interverrà nel mercato di gennaio»
Massimo Meroi
Un’immagine di Totò Di Natale, il giorno del suo addio al calcio: era il 15 maggio del 2016
Un’immagine di Totò Di Natale, il giorno del suo addio al calcio: era il 15 maggio del 2016

L’attaccante più forte della storia dell’Udinese venerdì 13 ottobre compie 46 anni. Qualcuno, tra il serio e il faceto, sostiene che Totò Di Natale farebbe comodo a Sottil.

Un’esagerazione, naturalmente, che però rende bene l’idea sullo stato d’animo di una tifoseria che si sente un po’ smarrita: la squadra non ha vinto neanche una gara delle otto sin qui disputate in campionato, gli attaccanti segnano con il contagocce (un centro per Lucca) e la preoccupazione monta.

Dall’alto della sua esperienza, Di Natale sostiene che è proprio questo il momento di mantenere la calma e affidarsi all’esperienza di una società che magari non sarà più ambiziosa come una volta, ma che sa comunque fare calcio.

Di Natale, innanzitutto auguri per i suoi 46 anni.

«Grazie. Siamo qui a fare i conti con l’età che aumenta, ma finché lo facciamo è sempre una cosa bella».

Se si volta indietro che bilancio fa della sua vita sia da calciatore che da padre di famiglia?

«Come uomo non potevo chiedere di più. Come calciatore rifarei tutto quello che ho fatto e non cambierei nulla. Ancora oggi si parla del mio no alla Juventus, ma l’ho detto mille volte: non mi pento di essere rimasto a Udine dove tra l’altro abbiamo poi ottenuto risultati straordinari. Sono strafelice di quello che ho fatto».

L’Udinese di oggi è incappata nella peggiore partenza di sempre. Cosa bisogna fare in queste situazioni?

«I tifosi devono far sentire la loro vicinanza alla squadra. Capisco la delusione, dopo l’ultima stagione ci si poteva aspettare qualcosa di più, ma la filosofia del club si sa qual è e non sempre, cambiando tanti giocatori, si può trovare la chimica giusta».

Si fa un gran parlare di un possibile cambio di guida tecnica nel caso in cui Sottil, dopo la sosta, non dovesse battere il Lecce.

«Non entro nel merito della questione. Diciamo che da tifoso dell’Udinese spero che arrivi la vittoria e che la squadra possa svoltare. Spesso basta una partita per invertire la rotta».

La cessione di Beto, sempre in doppia cifra nelle due stagioni in Friuli, non è stata coperta adeguatamente.

«Ho letto che il giocatore che doveva fare il titolare è Brenner e si è infortunato. Conoscendo la proprietà sono convinto che in caso di necessità l’Udinese opererà sul mercato di gennaio.

Va anche detto che l’assenza di Deulofeu pesa non poco e che Pereyra si è unito al gruppo in ritardo saltando la preparazione. Ecco, credo che un giocatore come il “Tucu”, quando sarà al top, risulterà molto utile. Vedrete che l’Udinese si rialzerà».

Le punte non segnano.

«Quando la squadra non gira gli attaccanti sono i primi a finire nel mirino della critica, crescendo la squadra miglioreranno anche le punte».

Anche l’Empoli, l’altra squadra della sua carriera, è partita male.

«Andreazzoli è l’uomo giusto, conosce a memoria la realtà. Io spero che Udinese ed Empoli si salvino».

Empoli significa anche Spalletti, da un mese e mezzo nuovo ct della Nazionale.

«Credo che l’Italia, dopo la separazione da Mancini, non potesse trovarsi in mani migliori».

Cosa replica a chi sostiene che Spalletti da ct non potrà incidere come da allenatore non avendo i giocatori a disposizione tutti i giorni?

«Stiamo parlando di un tecnico di alto livello che sa cosa deve fare. Il primo tempo con l’Ucraina è stato di grande qualità e Spalletti ha già dimostrato che sta entrando nella testa dei giocatori. L’importante è riuscire a conquistare la qualificazione all’Europeo, vedrete che ce la farà».

Un altro allenatore a lei molto caro, Pasquale Marino, ha trovato panchina ed allenerà il Bari.

«Sono molto contento per lui. Marino è il tecnico che mi ha allungato la carriera cambiandomi ruolo e facendomi fare il centravanti. Gliene sarò sempre grato».

Di Natale quale sarà il suo futuro nel calcio? Ha già ricoperto tutti i ruoli: calciatore, allenatore e dirigente…

«Ho provato a stare in panchina ma ho capito che non fa per me. Sono felice di quello che abbiamo creato e stiamo creando io e Simone Ronco a Udine con il Donatello». —

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